Ilari presunzioni filosofiche di un corpo all'estremità dell'avambraccio
di Cristina Taliento
Consideriamo come modello delle nostre osservazioni un vecchio, o per meglio dire, un anziano che dopo aver assistito ai vespri serali si reca alla sua residenza con passo incerto e spezzato e per meglio bilanciare le forze che agiscono sul suo corpo presenta una mano, si voglia la destra, socchiusa dietro la schiena. Dimostriamo umilmente che la data mano non esiste, ma per farlo, supponiamo, per assurdo, la sua esistenza.
Ebbene, poniamo nello spazio un soggetto P., un tipo impaziente sulla quarantina, giacca a righe e camicia celeste, facciamo che sia un avvocato in ritardo. Immaginiamo, per ipotesi, che P. si trovi al lato dell'anziano, sul marciapiede parallelo, di modo che le loro spalle siano sulla stessa linea. Chiediamo a P. di girare la testa di 45 gradi e documentare ciò che vede. "Cosa vedete, di grazia, signor P?". Il signor P. ci pensa un attimo e con tono sicuro afferma: "Vedo un vecchio. Cammina sul marciapiede". "Quante mani ha il vecchio?" domandiamo. "Una e...due. Intravedo la seconda". A questo punto trasliamo, con il suo gentile consenso, l'impaziente signor B facendo sì che la sua fronte sia perpendicolare alla schiena dell'anziano. Interrogato nuovamente, il signor P. guardando l'orologio risponde che da questa posizione distingue chiaramente le due mani. A questo punto spostiamo P. di fronte all'anziano. Senza farlo aspettare troppo chiediamo: "E ora quante mani ha l'anziano". "Due" risponde P. tamburellando il piede. Chiediamo meravigliati: "Come fa a dirlo? Noi vediamo solo una mano". "Oh no-fa P.- l'altra è dietro la schiena!".
L'ingenuità del signor P. è spesso identificata come tale nel momento in cui, inosservato, si avvicina un macellaio che taglia con il suo coltello la mano dell'anziano e applica di repente una benda affinché il sangue non inganni oppure anticipi l'esito della nostra dimostrazione. Il signor P. non si è accorto affatto del nostro macellaio e, ossessionato dal pensiero dell'udienza già iniziata, non bada alla faccia stravolta dell'anziano che respira scioccato e immobile con gli occhi sbarrati. Dal momento che lo scenario è mutato, chiediamo per la quarta e ultima volta: "Quante mani ha l'anziano?". Il signor P risponde spazientito: "Insomma, quante volte ve lo devo dire: due!". Dopo aver congedato il caro signor P. ci avviciniamo sorridenti all'anziano e posiamo la nostra mano sulla sua spalla invitandolo a calmarsi. Poi, sbirciamo dietro la sua schiena e continuando a sorridere confermiamo l'inesistenza della mano destra. Notiamo che l'ultima affermazione del signor P. è fallace, non sussiste. Quindi al lamento incredulo dell'anziano ("La mia mano... Dov'è la mia mano?"), noi rispondiamo compìti: "La sua mano, niente lacrime, non è mai esistita!".
Come volevasi umilmente dimostrare. Con il vostro permesso.
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