di Cristina Taliento
(Milk girl, Diego Gravinese, oil on canvas, 27.5 x 40)
La testa coricata sul braccio, masticava chewingum come una cantilena. Bucava il silenzio con lo scoppio di uno, due, palloncini di zucchero.
"Questo ciak ciak della tua saliva schifa mi snerva" disse il fantasma del medico morto durante la Prima guerra mondiale.
"Va bene..." rispose l'adolescente sovrappensiero senza smettere. Era un pomeriggio scivolato dalla tasca di una stagione qualsiasi che lui non riusciva ad individuare. Sentiva il sue essere farsi pioggia, ma continuava a masticare con la bocca aperta e le dita che ogni tanto si muovevano come prese tutt'a un tratto da un dubbio improvviso. Avrebbe voluto fare una grande scenata di rabbia davanti a un pubblico di belve stupite. Raddrizzò il busto mantenendo le spalle piegate. Avrebbe gettato tre sedie, strappato le pagine di quattro libri e mezzo, sbattuto il pugno ripetutamente sulla scrivania e spezzato penne a non finire.
"Dove stai andando?"
"Non lo so- disse masticando con la bocca aperta- a generare il vento, vuoi venire?"
"Sei proprio figlio di questo popolo di commedianti!" esclamò il fantasma. "Non hai il benché minimo talento."
"Benché minimo" ripetè l'adolescente dentro di sé.
"Benché minimo" ripetè l'adolescente dentro di sé.
"La tua rabbia è fasulla e bugiarda"
"Sono sinonimi"
"Oh no, non è vero" disse il vecchio.
"Potrei uccidervi proprio ora se non foste già morto" esclamò l'adolescente usando il voi.
"Potrei uccidervi proprio ora se non foste già morto" esclamò l'adolescente usando il voi.
"Esempio perfetto di periodo ipotetico. I miei auguri per una brillante carriera da scrittore"
"Brillante carriera è un luogo comune, un limitatissimo stereotipo"
"Sottolineare i luoghi comuni è un luogo comune. Voi stesso, signor ragazzo, siete uno stereotipo. Credete forse di essere originale?" rise.
"La mia originalità sta nell'ammettere di non essere per niente diverso" disse l'adolescente fingendo di fumare con la matita a righe gialle e nere che aveva sempre in mano.
"Molti altri hanno affermato questo prima di voi, ma forse non avete letto abbastanza"
"Non è colpa mia se sono nato dopo di loro. Una questione di tempi, chiamiamola così"
"Non è colpa mia se sono nato dopo di loro. Una questione di tempi, chiamiamola così"
"Impara: è sempre colpa vostra. Dovevate nascere prima. Come spermatozoo eravate alquanto gracilino".
"Una visione del mondo questa piuttosto infantile, commiserevole, oserei" continuò l'adolescente con teatrale aria di superiorità.
"Mi dispiace di aver urtato la vostra cultura-rispose il fantasma alzando le spalle- D'altronde in un contenitore così piccolo si sta davvero molto stretti e bisogna non muoversi troppo altrimenti si rischia di trovarsi pieni di...bernoccoli!"
"La mia cultura si fonda sul vero, sulla scienza e non sulla vostra sciocca immaginazione"
"Vi contraddite" fece notare il fantasma.
"Per non contraddirmi dovrei essere un'equazione matematica. Ditemi, ho forse le sembianze di una X al quadrato?" chiese l'adolescente.
"Certamente. Divaricate gambe e braccia e afferrate un cappello per la visiera".
"Come giustifichereste a quel punto la mia testa o il busto?"
"Come giustifichereste a quel punto la mia testa o il busto?"
"Con il morbo di Parkinson di un matematico anziano"
"Dunque non c'è da fidarsi. Come vedete, io, dottore, non sono e mai sarò una X al quadrato."
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