21/06/09

Squali che ballano intorno al fuoco

di Cristina Taliento



Siamo squali che ballano intorno al fuoco di sera

come sagome contorte sulla terra nera;

anime in disordine che sputano ai paragoni

ululiamo masticando le voragini di suoni

ci saziamo della sabbia e non paghiamo il conto

sogno di una notte assassina del confronto;

conosciamo la strada senza troppe indicazioni

tossiamo sulla faccia insanguinata di emozioni

che per lungo tempo ci hanno divorato

rimpianto di un cuore non a fondo lavato.

Lucidiamo solo le nostre scarpe sbrindellate

perchè anche se vecchie sono state camminate

e il vissuto non la gettiamo nella fiamma imbizzarita

nessuna storia si può dire davvero finita.

Questa è la miccia della nostra adrenalina

che vive nelle vene fino al sorgere della mattina.

Scrivo nel coma di questa snaturata poesia

che romba e sussulta sui dossi della via.



07/06/09

Plastica

di Cristina Taliento



Ci insegnano a fare la raccolta differenziata, ci insegnano a separare la carta dal vetro e il vetro dalla plastica; dicono che è importante e noi ci crediamo. Poi apri il portoncino, ti tuffi in strada e ti accorgi che nessuno ha mai insegnato davvero a separare o, forse, qualcuno ci ha provato, ma la gente si è preoccupata di costruire una statua in suo onore per dimenticarlo più velocemente. Plastica su carta, vetro su alluminio, alluminio su plastica. Ed ecco a voi servito il Big Mac versione Mondo Discarica, prego, buon appetito, ma mentre masticate fate attenzione che del piombo non vi faccia saltare un dente o che la plastica vi soffochi. Comunque non credo che questo Big Mac arriverà a stenderci, perchè siamo stati già vaccinati prima. Un vaccino dosato in piccole quantità che non ci permetteva di vedere i primi sintomi salvatori. Che non ci permetteva di vedere maschere di plastica perchè di quale altro materiale volete che sia la maschera di chi dice di lasciare centinaia di immigrati abbandonati alla sorte del mare? Di plastica è la musica commerciale che tutti canticchiano in auto e prima della lezione; di plastica sono le scarpe che secondo molti "fanno la differenza", di plastica sono le Causes che girano su Facebook e che si condividono masticando bubble gum; di plastica sono le unghie della mia professoressa come il naso di chi sta in televisione; sms "ti amo", falsi miti su magliette di cherosene, stili rubati da falsi intellettuali, diete e pregiudizi... bleah, tutta plastica da smaltire non si sa come.

Di plastica i cantanti lanciati da reality show "costruttivi", di plastica le frasi da diario, di plastica questa tastiera o forse no, vale di più. Ma di plastica continuano ad essere le svastiche sui muri, la pubblicità, i campetti da calcio di erbetta sintetica, i falsi "cosa vuoi che sia...", i ripensamenti, le stanze degli specchi che ti fanno vedere dieci mila volte te-te-te e poi non sei nessuno. Di plastica l'alcool, i balli da discoteca, la parola "eccetera" , le certificazioni, le raccomandazioni.

Alla plastica non si può dare fuoco, si sotterra alcune volte e non è detto che rimanga lì dove l'abbiamo nascosta. Io intanto vado in cerca di qualche altro materiale più duraturo. Con il vostro permesso.

03/06/09

"La verità sui muri, la menzogna sui giornali"

di Cristina Taliento




Quattro posti liberi in treno, due verso nord e altri due verso sud, significano esattamente quattro posti liberi in treno, due verso nord e due verso sud, che ti evitano più di quattro sguardi imbarazzanti che si incrociano per sbaglio con chi ti siede di fronte. Quando trovi quattro posti liberi, puoi far ruotare lo sguardo a briglia sciolta perchè non verra mai domato da nessuno, ma quattro posti liberi non sono la regola, l'eccezione; sono come la pioggia in estate: ci può essere, c'è, difficile che ci sia, non c'è. Ecco non c'è. Niente posti, devi chiedere con quella domanda che afferma "sono liberi?" e prima che ti rispondano ti sei già seduta, immobilizzata come quei mimi nelle strade che ti domandi "sono veri? non sono veri?" e quando l'amica ti risponde che sono finti... pah! e ti fanno l'occhiolino mentre li osservi con la bocca inconsapevolmente aperta e piegata da un lato. Comunque, si... come quei mimi immobilizzi lo sguardo fuori dal finestrino e scruti ogni minimo particolare. Poi, il particolare interessante finisci che lo trovi per davvero e, come nel mio caso, ti dimentichi di quello che ti circonda e ti concentri su quell'inatteso particolare. Una scritta sul muro che faceva "la verità sui muri e la menzogna sui giornali". Pah! Mi ha fatto l'occhiolino e io ho alzato il sopracciglio e... mi sono messa a pensare. Ma va?! Si, tipo Phoebe Halliwell, la più piccola delle Streghe, quando ha una delle sue previsioni del futuro. Per farla breve, nella mia piccola testolina ho collegato tante denunce che già da prima avevo esposto contro la cattiva informazione e, come si dice in questi casi, ho sorriso amaramente. Insomma, sui muri, per chi sa vedere non ci sono solo scritte della no-comment-serie "io e te 3 metri sopra al cielo", ma ci sono anche delle verità che ci sono e non si possono negare, ma non sono nemmeno così ovvie. Sui muri c'è l'adrenalina di chi sta rischiando tanto pur di scrivere qualcosa e lo so che si scrivono tante di quelle cazzate da andarsi a stendere direttamente sulla ferrovia più vicina, ma non è solo questo, c'è dell'altro... Scritte di denuncia sociale, scritte mute che gridano sulla faccia di chi le legge, scritte che ti prendono a schiaffi la coscienza e ti senti un verme a sorpassarle come se niente fosse. Scritte. E io non me ne frego niente se imbrattano i muri delle case per scrivere cose che svegliano la gente dal loro bel sonnellino infinito, non sarò io a dispiacermi per lo spray nero che ha sputato il bianco perla della casa dell' arbitro togato che non fa il suo dovere. No, non sarò io. Abbiamo la testa ovattata da quel che si dice nei TG, quello che ci vogliono dire i TG e io non posso che sentirmi onorata che qualcuno mi abbia detto la verità.