di Cristina Taliento
(Reptiles, Cornelius Escher, 1943, litograph)
Un libro volava a mezz'aria tra il lampadario e il tavolino rotondo. La bottiglia e il bicchiere di vetro riempiti di un liquido verde bottiglia. "Ma no, Franco! Non è tanto il colore del liquido quello, quanto il colore della bottiglia! Non trovi che sia, voglio dire, evidente?". In realtà, si, poteva darsi. Cercava di ricordare Freud con la mente invischiata nelle nebbie dell'alcol. Stese le gambe e rimase a fissare la gomma bianca delle sneakers che appariva ora un po' sporca d'erba. "Solo ora? Ma va, quelle scarpaccie sono perennemente sporche. Finge di meravigliarsi, il ragazzino...". Eppure non importava. Un pettirosso dietro la finestra sfiorò il vetro con un' ala e parve che ad un tratto gli alberi sullo sfondo si fossero mossi o scossi. A suo impegnato giudizio si sarebbe potuto trattare di un occhiolino. Si, l'occhiolino dei pini quando vedono un adolescente seduto su una poltrona di velluto chiamata Helsinki. "Che razza di nome, se mi è permesso! No, ma il discorso è un altro, però: dare il nome ad una poltrona. Ti sembra normale?". No, non lo sapeva, tuttavia. Sorrise agli alberi prima di essere visto. Cercò di alzarsi, ma il braccio gli cadde sulla spalla e il piede inciampò nel ginocchio. Dubbioso, controllò che le parti del corpo non avessero disertato, mancando per codardia a quella guerra. "Codardia, che parolona, dimmi dove lo metti l'accento...". Se la sua gamba destra avesse deciso di disgregarsi e andarsene gli sarebbe toccato camminare a testa in giù sulle mani e non avrebbe mai più potuto strisciare i lacci per terra con la lattina di birra tra le dita. "Che bugiardo! Tu non bevi birra! Ti fa schifo, come puoi, dico, come puoi mentire in questo modo?". Con una lattina di limonata tra le dita. The freddo. Aranciata. Durante la sua recente infanzia aveva visto una bambina camminare a testa in giù. "Recente infanzia? Rido. Mi sembri un vecchio su quella poltrona". I vecchi... li avrebbe osservati per anni. Erano per lui il segreto della vita, dopo il DNA. "Ma che ne capisci tu di queste cose, mah!". I vecchi... creature boschive, scoiattoli della cucina, pezzi di legno non lavorato, ecco si: martelli. I vecchi... lattuga su cui sale una lumaca. Martelli e lattuga e lumaca. Si chiese che titolo avesse quel libro che volava. "E' quella borghesuccia di Jane Austen". Livia leggeva Jane Austen. Non era una borghesuccia. Poi ricadde su Helsinki e si addormentò. "Ancora con questa storia. Ma non ti accorgi, santo Iddio, che è solo, soltanto, una banalissima poltrona?".
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