22/06/10

Racconto surreale- Parte Seconda

di C.T.

(Urban Sketchers, Kumi Matsukawa, Franklin Park Night)
Avanzavo nella penombra calciando un pacchetto di sigarette accartocciato mentre Dylan cantava in qualche parte nella mia mente. Incrociai le mani dietro la nuca e sbadigliai.
"Altolà caballero!" mi gridò qualcuno alle spalle.
Mi girai lentamente e vidi la sagoma di un uomo a cavallo. "Eccone un altro" pensai.
"Manos al aire! La licenza de cavalleria, prego! Ràpido, ràpido!" disse, con il mento alto e la voce imperiosa.
"Non ce l'ho. Ma chi è lei?" chiesi, annoiata.
"Yo soy Don Quijote de la Mancha, enemigo de los criminales e ingenioso hidalgo..."
la sua figura austera si sovrapponeva sulla luna piena.
"Ah si, si... ho capito! Hola Don Quijote! Io non sono una criminale."
Mi sentivo imbarazzata da quell'individuo che si ostinava a credere di essere un cavaliere. Non lo era mai stato, quel povero diavolo, ma continuava le sue battaglie. Pensai di spezzargli il cuore sbattendo sulla sua ossuta faccia tutta verità.
"Sai, -dissi all'improvviso, mentre scendeva da cavallo- tu non sei un cavaliere. Credi di esserlo, ma non lo sei".
"Còmo dice usted?" chiese, alzando il sopracciglio in modo teatrale.
"Sono sicura che lo sai, nel profondo... amigo" sbadigliai di nuovo.
"Yo soy Don Quijote de la Mancha, fièl caballero del rey y heroe..."
"Questo è ciò che crede di essere. Quello che crediamo di essere è diverso da quello che siamo" dissi compiaciuta di quelle mie parole. Sorrisi.
Lui si fermò un attimo, si avvicinò a me. Il rumore dei suoi stivali di ferro rimbombava sull'asfalto umido. Mi guardò dritta negli occhi e mi disse in perfetto italiano, con una voce diversa:
"Vedi ragazzina, tu credi di sapere. Quello che crediamo di sapere è diverso da quello che sappiamo davvero. Tu non sai un bel niente."
Il labbro inferiore mi stava scendendo lentamente e pensai che se mi fosse caduto, con quel buio, non lo avrei più ritrovato e mi sarebbe toccato andare in giro con i denti inferiori completamente scoperti. Mi affrettai a chiudere la bocca e per un istante sembrai un pesce.
Poi iniziai a balbettare:
"E...e... va b-b-bene"
"Noi siamo quello che scegliamo. Io ho un amico idiota che fa l'insegnante. Non fa mica l'idiota."
sentenziò, guardandosi le unghie della mano sinistra.
"Si... ma..." avevo ragione io, ma non capivo sotto quale letto si era andata a nascondere tutta la mia abilità nel parlare.
"Io sono un cavaliere errante per l'esaltamento del mio onore e per il servigio della repubblica. Tu cosa sei? Avanti, dimmelo!"
"Sono un' idiota" fu tutto quello che riuscii a dire.
"E di quanto esattamente ne sei convinta?"
"Pienamente convinta, cavaliere".
Don Chisciotte si allontanò come un vincitore. Forse ero stata la sua battaglia contro i mulini che non aveva mai vinto e ora la vinceva ed io rimasi lì come una che, però, non ha perso un bel niente, anzi ha guadagnato qualcosa di grande e invisibile agli occhi o alle parole.
Quella notte stavo perdendo tutte le mie certezze... le stavo sfogliando come petali di un fiore notturno. Mi proposi di continuare quell'avventura con atteggiamento più umile e predisposto all'apprendimento. Mi convinsi di essere appena nata, senza nessun modello di educazione attaccato alla fronte.

6 commenti:

manofpeace ha detto...

Hi, dato il post che hai lasciato sono andato a vedere la fonte. E devo farti i complimenti per il blog. Ho dato giusto un'occhiata ma sembra esserci ottimo materiale da commentare... soprattutto vedo finalmente una ragazza che si interessa di Musica e Letteratura...

P.s. ma hai veramente sedici anni? Cavolo....

manofpeace ha detto...

Scusa, dimenticavo: ti ho messo tra i miei link... posso vero?

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Certo, grazie!

Alfa ha detto...

Questo viaggio onirico e surreale riserva incontri decisamente interessanti.

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

:-) e già!

Errante ha detto...

"Don Chisciotte si allontanò come un vincitore. Forse ero stata la sua battaglia contro i mulini che non aveva mai vinto e ora la vinceva ed io rimasi lì come una che, però, non ha perso un bel niente, anzi ha guadagnato qualcosa di grande e invisibile agli occhi o alle parole."

Mi piace come scrivi. Sicura di avere solo sedici anni e mezzo?