OVVERO, IL GIOVANE HOLDEN
di Cristina Taliento
Il titolo originale "The catcher in the Rye" (1951, J.D. Salinger) è stato tradotto in italiano con "Il giovane Holden". Caulfield ne avrebbe riso. Potrei scommetterci entrambe le mani se non fossi certa che lui non solo lo avrebbe trovato divertente, ma si sarebbe anche indignato. "Il giovane Holden" è un titolo figlio di quella stessa ipocrisia adulta che Caulfield detestava. Il giovane Holden, come per dire: "è giovane, perdonatelo. Aspettatevi, dunque, qualcosa di distaccato dal mondo adulto." Il grande, enorme, spaventevole mondo adulto dove si fa largo uso della ragione, dove non sono le risposte a mancare, ma le domande. Lo stesso mondo adulto che anche Antoine de Saint-Exupéry condanna con sottile ingenuità ne Le Petit Prince (1943).
Il titolo italiano accarezza con un velo di tenera commiserazione tutto quello che c'è scritto nel libro. La traduttrice Adriana Motti in una nota spiega l'intraducibilità del titolo, proponendo due versioni poco orecchiabili come "Il terzino nella grappa" o "L'acchiappatore nella segale". Il pubblico italiano non avrebbe capito. Concordo. Eppure bastava andare a scavare nel senso del "The Catcher in the Rye". Il titolo, infatti, si riferisce ad un passo esatto del libro dove Caulfield dice di voler fare colui che prende al volo i bambini un istante prima che essi cadano nel burrone.
Gli spagnoli hanno tradotto con "El Guardiàn entre el Centeno", dando la giusta idea di colui che sorveglia i bambini nella segale. Un titolo, quello spagnolo, che si sarebbe ben adattato anche alla lingua italiana: Il Guardiano nella Segale. Meglio di "Il giovane Holden", decisamente. Perchè, se avete capito bene l'anima di questo delicato libro, vi accorgerete che non è tanto nella giovinezza che sta la curiosa saggezza di Caulfield, ma nel suo modo atemporale di vedere il mondo.
Mi sembra quasi di sentirlo: "Ragazzi! Che diavolo di titolo... roba da restarci secco."
di Cristina Taliento
Il titolo originale "The catcher in the Rye" (1951, J.D. Salinger) è stato tradotto in italiano con "Il giovane Holden". Caulfield ne avrebbe riso. Potrei scommetterci entrambe le mani se non fossi certa che lui non solo lo avrebbe trovato divertente, ma si sarebbe anche indignato. "Il giovane Holden" è un titolo figlio di quella stessa ipocrisia adulta che Caulfield detestava. Il giovane Holden, come per dire: "è giovane, perdonatelo. Aspettatevi, dunque, qualcosa di distaccato dal mondo adulto." Il grande, enorme, spaventevole mondo adulto dove si fa largo uso della ragione, dove non sono le risposte a mancare, ma le domande. Lo stesso mondo adulto che anche Antoine de Saint-Exupéry condanna con sottile ingenuità ne Le Petit Prince (1943).
Il titolo italiano accarezza con un velo di tenera commiserazione tutto quello che c'è scritto nel libro. La traduttrice Adriana Motti in una nota spiega l'intraducibilità del titolo, proponendo due versioni poco orecchiabili come "Il terzino nella grappa" o "L'acchiappatore nella segale". Il pubblico italiano non avrebbe capito. Concordo. Eppure bastava andare a scavare nel senso del "The Catcher in the Rye". Il titolo, infatti, si riferisce ad un passo esatto del libro dove Caulfield dice di voler fare colui che prende al volo i bambini un istante prima che essi cadano nel burrone.
Gli spagnoli hanno tradotto con "El Guardiàn entre el Centeno", dando la giusta idea di colui che sorveglia i bambini nella segale. Un titolo, quello spagnolo, che si sarebbe ben adattato anche alla lingua italiana: Il Guardiano nella Segale. Meglio di "Il giovane Holden", decisamente. Perchè, se avete capito bene l'anima di questo delicato libro, vi accorgerete che non è tanto nella giovinezza che sta la curiosa saggezza di Caulfield, ma nel suo modo atemporale di vedere il mondo.
Mi sembra quasi di sentirlo: "Ragazzi! Che diavolo di titolo... roba da restarci secco."
2 commenti:
Se non fosse stato "il giovane Holden" probabilmente io non sarei stato il "giovane scrittore", quindi c'è un lato positivo nella faccenda :)
Giusto!
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