di Cristina Taliento
Questa è la breve storia di uno struzzo.
Quindi adesso potete anche rilassare quel sopracciglio che all'improvviso si è curvato e decidere di cambiare l'oggetto della vostra lettura. Non dipenderà da me.
Questa, per voi curiosi che restate, è la storia di Fasco, un giovane struzzo del sud del Kenya che voleva scappare da se stesso. Si odiava talmente tanto che spesso sotterrava la testa nella sabbia rossa per evitare di guardare quello che credeva "un orrido aspetto". Nessuno ha mai capito perchè Fasco non si accettasse. Nessuno glielo ha mai chiesto. Nella sua specie era uno struzzo come tanti altri, ma forse nel suo animo un'eccessiva sensibilità lo portava ad ingigantire ogni aspetto negativo del suo essere. Qualcuno ha persino ipotizzato che egli sognasse di diventare un "uomo". Sebbene il suo odio fosse esagerato e insostenibile, Fasco non decise mai di porre fine alla sua vita perchè in Kenya vedeva i bambini morire di fame giorno dopo giorno, notava la sofferenza che inondava gli occhi delle loro madri e, il suicidio, in quelle terre era una beffa a tanta disperazione.
Un giorno nella jeep di un turista americano Fasco intravide un fumetto con l'enorme scritta "Fuggi da te stesso- Numero 23. ". Lo aprì e scoprì che si trattava di un uomo un po' strano dal nome di Clark Kent che, stanco della propri vita, salì in sella di una moto e partì lontano.
Fasco non aveva mai visto una moto, ma pensò che doveva avere lo stesso scopo di una macchina. Doveva essere veloce.
Provò a salire nella jeep ma il suo collo era troppo lungo e, disperato, si distese sulla terra bollente. Passò da lì un vecchio dalla barba bianca con la pelle bruciata dal sole, lo guardò dall'alto e disse: "Smettila di fuggire da te stesso, idiota di uno struzzo, perchè da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Clark Kent. Vai a correre, buono a nulla!"
Fasco per un momento pensò di ucciderlo a colpi di becco, ma poi iniziò a pensare che forse il vecchio aveva ragione. Così iniziò a correre velocissimo sfiorando i 70 km/h. Il suo cuore stava quasi per esplodere; guardava il cielo mentre le sue esili gambe si muovevano rapide. Corse per il tempo necessario che ci voleva a cancellare le sue paure. Quest'ultime correvano veloci, ma lui le aveva superate.
Quando i pensieri e le ansie sfrecciano nella vostra mente, sappiate che la migliore cura per liberarvi da esse è correre più veloci che si può e, se ne siete capaci, gridate anche. Correte e gridate. Capirete che non volevate fuggire da voi stessi, ma entrarci.
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