21/01/10

Camicia di forza

di Cristina Taliento




E sto piangendo dal sonno, con la stanchezza nelle lacrime salate. Salate di rabbia, di indignazione, che nonostante tutto non si fanno prendere dalla rassegnazione. Dietro le sigle dei telegiornali quante cose che non vanno, quanti fatti distorti dai furbi e dati in pasto agli sciocchi, allocchi. Fantocci. Inutili spaventapasseri da campo che credono di sapere, i nostri politici; inutili pezzi di paglia bruciata al sole che fanno paura agli uccelli più stolti. Scarpe da riverniciare con più di cinque strati di vernice trasparente, ma la trasparenza è una stupida illusione, un'utopia. Maledetta parola "utopia". Maledetta parola. "Utopia" è la parola preferita di chi s'arrende, di chi è stanco di lottare e, mentre si accende una sigaretta, sdraiato, sussurra "utopia". La fine della guerra non è un'utopia. Non lo può diventare, maledizione! Andatelo a raccontare agli orfani iracheni che la pace non esiste, andatelo a raccontare alle mogli dei marine,  andatelo a raccontare a chi vi pare. Andatelo a raccontare alle montagne dell'Afganistan, le più belle del mondo, che non ci saranno più mine anti-uomo sui loro pendii, ai mutilati, ai reduci delle guerre passate. Smettetela, oh imbecilli di Mediaset, di trasmettere John Rambo. Smettetela, giornalisti che non onorate il vostro titolo, di ovattare le menti delle persone con le vostre notizie che alimentano il razzismo, l'odio. Smettetela di trasmettere notizie che vedono gli extracomunitari come protagonisti di stupri e furti. Dove volete portarci con tutto questo odio? Le ronde già esistono e fanno schifo. Sono un fenomeno riprovevole alimentato da quelli stessi sentimenti che cinquantanni fa spingevano le camice nere a girare la notte per picchiare gli oppositori. Legalizzate i bastoni, legalizzate i pugni di cittadini comuni. Chi siete? Che volete? Cosa ne volete fare delle nostre menti? Quest'inutile "utopia" deve finire. Che nessuno si crogioli nella mentalità che qualcosa non possa cambiare, ma prima aprite gli occhi. Tutti. Ci stanno mangiando.

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