di Cristina Taliento
Quella sera stanai Holden Caulfield dalla tana buia in cui si era dileguato.
"Esci, per favore" mormorai con determinazione.
Fece finta di non sentire.
"Esci, dai. Non fare lo scorbutico"
"Ma che vuoi, eh?" mi chiese uscendo dal libro facendo leva sulle braccia.
"Niente, mettiti la camicia, non te ne dispiacere"
Caulfield sbadigliò e mentre si sistemava le bretelle:
"Ti sei divertita a prestarmi a quel tuo amico?"
"Ho prestato il tuo libro perchè me l'aveva chiesto e poi tu sei arte, sei di tutti" scoppiai in una risata convulsa.
Serio, si accese una sigaretta.
"Spegnila, per favore oppure le pagine prenderanno fuoco ed io morirò" ordinai tra la tosse e le risa.
Fece finta di non sentire.
"Regala un segnalibro a quel tuo amico idiota perchè quel suo gesto di piegare gli angoli della carta mi lasciava secco. Accidenti! Un minimo di rispetto verso l'autore!"
"Okay, Holden Caulfield te lo prometto. Scusa, non ti presto più."
Annuì mentre si sedeva sulla copertina alzandosi i pantaloni grigi dalle ginocchia e lasciando scoperti due calzini diversi.
"Quindi che vuoi?" esclamò con una certa fretta.
"Una brutta notizia che riguarda i miei sentimenti verso di te"
"Non mi ami più?" provò ad indovinare con una smorfia teatrale.
"Esattamente" risposi seria.
Inarcò il sopracciglio e spense la sigaretta contro la copertina di cuoio sulla quale sedeva.
"Non eri una delle mie ammiratrici preferite, comunque" disse mentre intrecciava le mani con i gomiti sulle ginocchia.
"Sei diventato di colpo incomprensibile, come se io fossi cresciuta"
"E hai iniziato a leggere tutte quelle baggianate alla David Copperfield per poi renderti conto che erano meglio di me"
Rimasi in silenzio.
"Me l'aspettavo da te. Non è una sorpresa. Promettevi anzianità già dai dodici anni. Triste"
"Qualcuno ha detto che tu sei il protagonista di un manualetto per quattordicenni... Sai, io ho diciasette anni adesso..."
"Va' al diavolo!"
"Non mi piaci più. Non mi piaci più. Non mi piaci più". Mi misi a ripetere per farlo stare zitto.
"Sei vecchia. Sei vecchia. Sei vecchia." Mi fece eco battendo le scarpe per tenere il ritmo.
"Basta così. Holden Caulfield, grazie di tutto, adesso devo chiederti di andartene"
"Con grande piacere, piccola lettrice da quattro soldi."
"Ti odio con tutto il cuore"
"Vai a sfogare la tua rabbia altrove e smettila di scrivere dialoghi così scontati e banali proprio come questi ultimi due aggettivi che hai appena usato: scontati e banali"
"E cosa vuoi che mi metta a scrivere? Vuoi che mi metta a battere l'Inno d'Italia?"
"Non sai scrivere, nè niente. C'è gente che scrive di gran lunga meglio di te, ma di certo non va a sbandierarlo in blog e compagnia bella"
"Senti bello, io non scrivo per essere letta. Altrimenti sarei già morta di crepacuore"
"Fai bene a non sperarci, allora."
"Okay, ho sonno."
"Io di più"
"A Dio"
"Scusa per oggi Holdino caro, ciao."
"Hai dimostrato tutta la tua immaturità"
"Tanto non lo pubblico, figurarsi se lo faccio"
"Bene, non fare leggere questo dialogo a nessuno."
"Bene, ciao"
4 commenti:
Forse questo addio al caro Holden nasconde più segnali di quanti potrebbero sembrare. Conoscendo il tuo amore per lui, direi che la cosa ha una qualche rilevanza.
Proprio per ciò evita di ascoltarlo: se tutti fossero "scontati e banali" come te, il mondo sarebbe un prato fiorito di capolavori di carta e inchiostro.
Sarah, sempre tua
Wow.
Mi viene da piangere, non so perchè. Mi manchi, mi manchi... manchi a tutti qui
Un'intensità che rischia di travolgere il lettore!
Addirittura!
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