Seppi che era stata morsa da un granchio e capii perchè si vergognava. Nel paese era tutt'al più il morso della tarantola che scatenava stupore; i morsi dei granchi non se li filavano nemmeno i vecchi brontoloni. "Un granchio?" chiesi, seria. "Un granchio" mi disse e poi non la vidi per qualche giorno.
Aveva smesso di parlare e di ascoltare musica. Se ne stava seduta ai piedi del letto con i capelli imbrogliati, incespicati, tra le mani con un dolore disumano tra la caviglia e il tallone. La vedevo guardare sempre in basso con gli occhi pieni di rabbia e le mani strette in un pugno quasi a voler spezzare il naso di qualcheduno. La mia coscienza mi squillò nell'orecchio: "Questa è la mia metamorfosi. Non te ne devi fregare niente di niente". In nomine patris et filiis et spiritus sancti.
"Senti un attimo" chiedevo di fretta.
"Parla, amor mio" esclamava maestosa la mia coscienza.
"Dimmi cosa mi sta succedendo, te ne prego" imploravo comprendomi gli occhi.
"Ti stai per trasformare in un stracconilento mollusco aereo privo di branchie sudicio-facciali"
"Non è possibile, per Bacco, io sono un essere umano certificato perchè, vedi, io ho proprio delle caratteristiche genetiche che fanno di me ciò che sono. Giuro su Di.. "
"Non si giura su Dio"
"E va bene... giuro su Giordano Bruno e Dante Alighieri che sono un essere umano certificato e immutabile, ripeto: certificato dai medici dell'ospedale. Se vuoi ti faccio leggere lo scontrino."
"Certificato e defenestrato... per farla breve, tu sarai presto un altro aggeggio".
" Oh Signore! Ma io mi oppongo! Tutto questo è immorale, che rabbia"
"Questa è la mia metamorfosi e tu, corpo, devi tacere e assecondare"
"Ferma, coscienza! Dove vai?"
"Mi vado a prepare l'ingegno fischettando".
Garibaldi fu ferito,
fu ferito ad una gamba,
Garibaldi che comanda,
che comanda il battaglion.
Pon pon. Pò, pòòòò.
Successivamente i dolori aumentarono e questa volta, dalla caviglia, presero tutto il corpo, anche le dita.
"Moriro?" chiedeva in preda alle convulsioni.
"Non morirai" sussurrava la coscienza.
"Io mo' ti ammazzo, mo' mo' !" gridava.
"Vieni, ti devo indottrinare: mo' deriva da mox, latino e significa adesso. I Romani, che popolo. Oh... i Romani"
Dalle mani spuntarono delle spine. "Che animale è mai codesto?" pensava, atterrita.
Lo stomaco parve lacerarsi, allungarsi per fare uscire una cupola gelatinosa medusoide e i capelli iniziarono a prendere vita, assumendo le forme di tentacoli o di serpi. I denti si allungarono come quelli di una lepre di bosco e dalle mani uscirono tre artigli appuntiti.
"Sei stata morsa da un granchio, cretina!" se la rideva la mia coscienza "cosa ti aspettavi, di diventare Supermèèèèn?".
Ma non rispondevo. Era da stupidi rispondere.
4 commenti:
che stress!
scusa :(
Il termine kafkiano qui ci sta tutto!
se non tutto, tre quarti!
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