di Cristina Taliento
E se vuoi, questi fogli scritti puoi chiamarli casa oppure puoi farci un aereoplano e spedirlo dritto nel cielo con un movimento fermo e arrabbiato, con quella faccia contrariata che mostri quando hai paura. Che se ne frega il mondo di quando lo mandi al diavolo ed imprechi contro il poster di Dylan che guarda verso di te e si chiede perché. Bob, il fatto è-così, gli dirai- che ho paura. Sono codarda come nessuno mai. Il bello è che scrivo di gente coraggiosa ed io col coraggio non ci ho niente da dividere perché altrimenti non starei qui a parlare col tuo fantasma da strapazzo prezzato quattro dollari e ottanta. Ed ora sei vecchio Bob, sei un vecchio ubriaco di vita che, ormai, di vita non capisce più un accidente. Come fai a vivere non so. Mi fai schifo.
Ma che c'entra Bob Dylan in tutto questo non lo sai. Non è lui, non è il mondo, ma che t'importa. Continuerai ad urlare contro di loro fino a quando la tua voce non ti sarà ritornata nel cervello come un'eco, come lo schiocco secco di una frusta. E pensare che lo fai solo per non rimanere da sola con malinconici ricordi. Hai iniziato a correre per amore ed hai accelerato per la rabbia. Forse che volevi vomitare quel cuore malandato? Ma non lo sai che i cuori non sono come le tonsille? Però quelle sei lettere ti fanno paura perché ti ricordano quelle altre nove che ti hanno ridotta così male. Quelle nove lettere scritte a sbalzi sul diario, come un singhiozzo continuo e inconstante... le prime manifestazioni di battito convulso, i primi dubbi, il primo niente e le corse in treno al caldo quando ti giuravi "stavolta non ci casco"... e quei ritorni con la fronte appoggiata al finestrino quando ti ripetevi "stavolta cambia tutto". Che poi è vero quando dicono che il tempo passa veramente, ma se il livido va via, la cicatrice resta e di dare libertà al sentimento, proprio non ne hai voglia. Quindi finisci pure il tuo the verde più lacrime salate e non ti chiedere se stai facendo bene o se bene è la parola giusta. Però nessuno è mai pronto per davvero. Spranga il tuo cuore finché penserai che così starà meglio, anche se magari qualche volta ci starà un po' stretto.