11/03/16

I gradini dell'ambulatorio

di Cristina Taliento



(The Entire City, Max Ernst, 1935, Kunsthaus Zurich)


Chissà come sarà un giorno, quando ci abitueremo alla morte, al dolore. Chissà come sarà quando qualcuno chiederà dopo un silenzio: "sopravviverò?".  E lo chiederà con straziante calma.
Chissà se smetteremo di sentirci diversi, cambiati, per un paio di occhi sconosciuti che tremano. Chissà se passerà quella voglia di sedersi sui gradini a respirare il fumo, quella voglia di doverne per forza parlare con qualcuno, anzi a nessuno, anzi al vento.  Chissà se vorremo ancora stare soli. Chissà se cercheremo ancora musica alta, musica altissima, in cui immergerci con gli occhi incantati nel vuoto.
È che ora i tumori sono nomi di geni, recettori, p53, genoma, cose che non le vedi, numeri, percentuali, classificazioni vecchie, nuove e chissà domani, saranno storie e figli di storie e mariti di storie da guardare, a cui dire qualcosa. Delle cose semplici, chiare, precise. Delle cose diverse da "mi dispiace".
Chissà come sarà quel giorno in cui non avremo più la paura di sostenere quelli sguardi. Quel giorno in cui ci sentiremo degni di poter stringere le loro mani con coraggio.  
Chissà se sarà. Magari nemmeno sarà, probabile. Ma, io so e lo giuro che lo so, io non chiamerò mai un Uomo che soffre come un fottuto "caso davvero interessante".

5 commenti:

Tomaso ha detto...

Non è affatto facile abituarsi, ma credo mi che dobbiamo riflettere e dire che la vita è un passaggio che tutti dovremo raggiungere l'altra sponda, che ancora è ignota!!!
Ciao e buon fine settimana cara amica.
Tomaso

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Si Major Tom, concordo! Io queste parole comunque me le invento pensando a tutto e niente o copiando quello che sento per strada, ambasciator non porta pena! O forse un po'la porta, ma questo è un segreto!

Zio Scriba ha detto...

Perché tu sei una di quelle rare persone belle anche dentro, di quelle capaci di parlare al vento, e all'orecchio di persone simili a te che dentro quel vento stanno in ascolto.
(Mi hai fatto pensare a quelli che dicono "una patologia IMPORTANTE": dimostrazioni viventi che uno può anche avere due, tre, cinque lauree, ma restare fondamentalmente un povero piciorla). :D
Un abbraccio grande.

amanda ha detto...

la volta che ci fai l'abitudine, a mio giudizio, puoi appendere il camice al chiodo e la tua vita all'armadio

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

@nicola graaazie, ma in realtà sono una brutta persona :p

@amanda: mi fido, Doc!