Sul treno
Ieri ho preso il treno per tornare a casa. Passavo le ore del viaggio tra paragrafi di Batteriologia, crakers, auricolari, un romanzo giallo di serie B, quando i signori che mi sedevano davanti, il loro figlio e altri due signori che sedevano a lato si sono messi a parlare del Sud, del Nord, dell'estero, del mondo, del Sistema Solare, dell'Universo e poi dell'immigrazione. La signora seduta accanto al finestrino raccontava di quella sua collega commessa che mangiava solo cavolfiori per riuscire a pagare l'asilo ai figli mentre la famiglia di egiziani veniva esentata dalle tasse. Io ascoltavo, a tratti annuivo. Il figlio dei signori che invece mi sedevano davanti rimaneva muto con la mascella contratta e buttava occhiate lontane all'Italia che scorreva oltre i binari. I suoi genitori mi avevano detto di averlo accompagnato a Bologna per l'immatricolazione all'università. Quanto alla conversazione, sembrava che tutti avessero qualcosa da dire. Il padre del ragazzo ha tirato fuori la storia del crocifisso nelle aule di scuola. La commessa ha risposto elencando le sue esperienze da italiana nel Terzo Mondo e di quanto fossero stati inospitali con lei.
Ad un certo punto, il ragazzo ha sbottato dicendo che siamo stati noi ad aver ridotto quei popoli così, che, senza offesa per la commessa non rispettata in Libia, ma noi italiani, lì, non avevamo lasciato un bel ricordo, che bisognava considerare la storia prima di prendere delle posizioni, che il petrolio, il colonialismo, il neocolonialismo, lo schiavismo, dovevano come minimo entrare nella coscienza di chi sbuffa nel sentire di gente, che anche questa volta, l'ha fatta franca sbarcando a Lampedusa. Aveva la voce pulita degli ideali, l'indignazione sana verso quei discorsi fatti in un treno dove ci si lamentava dell'aria condizionata troppo alta. I genitori lo contrastavano, facevano esempi. Lui rispondeva con il tono di chi sa di essere nel giusto, di chi crede di dire cose ovvie e si meraviglia del perchè gli altri non capiscano. Poi il ragazzo mi ha guardata e cercando forse una complicità che poteva nascere dal nostro essere quasi coetanei, ha detto: "O mi sbaglio?".
Io che ancora non avevo detto niente, io piena di dubbi, io che pensavo alla commessa che mangiava solo cavolfiori ho detto "no" e basta ed è stato esattamente allora che mi sono sentita, per la prima volta, merda e, se non vecchia, coinvolta e poco giovane.
L'amore
Ogni tanto, quando posso, vado ad offrire la mia vogliosa incompetenza come volontaria in ambulanza. A volte si tratta di prendere i pazienti dall'ospedale e portarli in casa di riposo dove vivono oppure dalle loro case portarli a fare qualche radiografia o accompagnarli nei reparti. In un turno di cinque ore spesso mi accade di tornare a casa e aver dimenticato i visi sulle barelle che ho spinto. Ma l'ultima volta c'erano questi due coniugi da sballo su cui ci sarebbe davvero da scrivere un libro o, semplicemente, rifletterci su. Lui da 22 anni steso su un letto con il catetere, lei al suo fianco. Non c'è molto da dire, a parte che flirtavano come ragazzini. Il fatto è solo che l'amore non convenzionale, quello che c'è dove non ti aspetti, è un segno evidente di qualcosa che mi sfugge.
L'ombra
Curioso vedere come ad ogni tentativo di avvicinarti, tu ti allontani di tot metri proporzionali a quelli che ho fatto io per venirti incontro. A volte è curioso, a volte divertente. Ma come ogni gioco è bello se dura poco e siccome non è da poco che va avanti, si rallenta tristi come quella volta in treno, trentacinque gradi e passa nel sole di agosto a ripetersi la prossima volta non ci casco, la prossima volta cambia tutto.
4 commenti:
non commenterò la prima, l'amore è sempre e comunque sorprendente e, detto questo, vai a cercare sorprese facendo passi in altre direzioni, in quel verso solo banalità scontate
grazie amanda :)
Semplicemente meravigliosi i due pezzi brevi: roba da innamorarsi (platonicamente :D) di chi li ha scritti.
Non dirò invece nulla sul primo, per non somigliare a un adulto qualunquista, ma nemmeno a quel ragazzotto ideologizzato e saputello, imbottito di ritrito sensodicolpismo antioccidentale. (Ecco, ho già detto troppo...)
Buoni studi, buona Scrittura, buon tutto!!!
Grazie Nicola! Mi era sfuggito questo commento, thank you!
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