23/10/12

Descrizioni del suono per non udenti


TERZO: IL TEMPORALE

di Cristina Taliento

      (Kenneth Noland, acrylic on canvas)


Diciannove schiaffi piatti al muro, tap tap tap... tap, al ventesimo ti giri e cadi a terra. Morto. No, ti alzi. Sette    passi, quaranta giri, apri le braccia, di più. Respira forte. Tosse nelle mani e nausea dappertutto, una fitta, è la milza, respira, di fermarti  non ti fermi. Adesso esci, scendi le scale correndo, perché vivi? Che vuoi? Prendi la strada, a sinistra. Più veloce. Inspira con il naso, butta via con la bocca. Non muori, corri. Fari d'auto negli occhi, moscerini sulla lingua, il buio dei vicoli entra nei capelli e nelle rughe. Il tuo passo, la pioggia. La gola ti sta bruciando, lo so, l'aria fredda. Il semaforo è rosso. Reggiti al palo, prendi fiato, uno, due, tre, uno, due, tre, uno, due. Macchine nere, alcune sono grigie, ma le vedi rosse e poi bianche. Tre, respira. Verde, vai adesso. Corri tra la gente, urta le spalle degli altri, non ti girare, non chiedere scusa, veloce. Attraversa i binari, sbrigati.  Che vuoi, ah? Dove stai andando? Non ti sto guidando io, che ne so dove stai andando. Questa strada qui, questa a destra, prendila. Non c'è nessuno. Tosse. Il sudore si gela, le lacrime si gelano, le mani, i polsi, la fronte a zero. Non ti fermare, attento al gradino. Un crampo ti afferra il muscolo, veloce come l'attacco di un ragno o di uno squalo. Cadi. Stendi la gamba, prendi il piede, tira. Respira, non è niente, respira. Stai piangendo? Hai paura? Tira, ma che piangi e piangi... Il cuore si sta aprendo: è un'impressione. Mettiti seduto, stendi la gamba. Piano, ora. Bevi. La pioggia. I denti bianchi risplendono nel buio di una strada a mezzanotte, mordono il labbro inferiore che trema. Con chi te la vuoi prendere? Con me? E chi sono io... una voce. Solo una voce che scivola e che tu puoi sentire, che non ha rumore, che se ne va... Urli e c'è il tuono. Ti addormenti e il tuono scompare, se mai c'era stato. Gli ultimi lampi annegano nell'alba. Sei salvo. 

4 commenti:

amanda ha detto...

i 19 schiaffi piatti al muro sono per l'impatto? per il dolore?
e il tuono ha senso come citazione se non vivi nel suono?
il resto mi convince :)

amanda ha detto...

ti è arrivata la lettera con google friends?

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

allora, tu in un certo senso diventi temporale, lo senti da dentro. Non è dolore, non ti devi fare male, però con l'impatto, con il tatto è come se sentissi il ritmo di qualcosa che sta rompendo l'equilibrio, il muro liscio. L'aria si muove.
L'ultima domanda non la sto capendo, perdonami. Comunque il punto dovrebbe essere che tu vivi nel suono anche se non lo senti.

Non so nemmeno cosa sia google friends. Ma ora cerco di scoprirlo :)

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

amanda, non la trovo. Puoi usare la mia email (cristali_41@hotmail.it) oppure postarla qui.

Comunque ho riletto questo post e non mi sta proprio piacendo. Non lo elimino perchè tu hai commentato e per Kenneth Noland.
Sto disimparando. Non si capisce niente. Questo accade perchè sono triste e coinvolta. Male!!