di Cristina Taliento
(Illustration by Maira Kalman)
Questa gigantesca farsa iniziò sul terrazzo di un condominio della provincia di Lecce quando Lecce era ancora una provincia. E comunque fossero andate le cose, sarebbe rimasta lo stesso, una provincia. Ma Gianni Lemmo e gli altri tre commedianti in quel momento giocavano a carte seduti a cavalcioni sul muretto di un terrazzo e siccome erano quattro avevano pensato di disporsi in fila indiana in modo che il mazziere fosse l'ultimo e le carte passassero di mano in mano.
Erano quattro diciottenni appena diplomati con nessun progetto in vista, salvo quello di non iscriversi all'univeristà. In realtà era stato Lemmo per primo a dire "non ci voglio andare" e poi gli altri l'avevano deciso il giorno dopo, così Lemmo aveva detto "copioni" e poi si era tuffato nel mare.
"Che ore sono? Ho vinto" fece Marco detto Il Micco Gacco.
"Le six o' clock" rispose Gianni Lemmo schioccando la lingua. Aveva in mano una lattina rossa di Poca-Pola.
"Traduci" disse lanciando le carte in aria. Guardò in basso per veder precipitare giù il re di danari.
"Ma sei scemo?!- gridò Rosita due posti in avanti- Queste carte non sono tue! Sono mie e tu non puoi gettarle così come se fossero di Lemmo, va bene? Adesso me le ripigli".
"Calmati, Rorò- rise suo fratello Valerio Massimo che sedeva alle sue spalle - te le prendo io quando scendiamo!"
"No, deve andare lui, quest'ignorante qui!" esclamò tirandogli un pugno sulla scapola.
"Ahia, cretina" esplose Micco Gacco e non potendo ruotare la testa interamente ritirò la gamba penzoloni e atterrò con entrambi i piedi sul terrazzo.
Anche Lemmo era sceso e si era messo a saltare. Così gli altri si erano girati a guardarlo. Boing boing boing. Rosita e Valemax si guardarono con le sopracciglia alzate, ma dopo un minuto stavano saltando anche loro.
"Fondiamo un gruppo" disse con il fiatone Gianni Lemmo
"Un gruppo" ripeterono gli altri mentre continuavano a saltare.
"Che tipo di gruppo?" chiese Micco Gacco dopo averci pensato per qualche secondo.
"Come uno famoso, non so" rispose Lemmo. Boing boing.
"Allora, dobbiamo andare sul genere rock" argomentò Rosita saltando più in alto per l'entusiamo
"Ormai è fuori moda" disse Valemax sbuffando anidride carbonica e altri gas.
"Perchè stiamo saltando? Che ne dite dei Beatles?" domandò Micco Gacco con il cuore in gola.
"Ma se sono morti e stramorti" urlò Valemax a piccoli salti
"Che hai detto?!" Lemmo si fermò di botto.
"Ho detto che sono più che morti!"
"Ah... mi era sembrata una bestemmia" e riprendendo a saltare disse: "Sentite, a me pare che dobbiamo guardare il successo. Io se proprio mi devo ispirare lo devo fare con chi ci è riuscito".
"Non lo so, Gianni" mormorarono in coro i tre commedianti. Però eccome saltavano.
"Al tre dite okay se ci state". Boing boing boing.
"Okay" risposero acconsentendo. Ma poi capirono che c'erano cascati.
E caddero tutti giù per terra.
"Comunque...io faccio Joe Lemon" disse Gianni Lemmo senza voce.
"Ti devi imparare l'inglese, bello" disse Rosita girando la testa verso Micco Gacco.
"Signor Traduci" lo prese in giro Valemax. Ma Micco Gacco non rispose perchè tutto il sangue del suo corpo se n'era scivolato in testa.
4 commenti:
Interessante e spiritoso.. aspetto altri episodi! :)
Ehi ciao!!! :)
L'ho trovato anch'io molto carino, ma secondo me (secondo il mio molestissimo e non richiesto parere... :D) i pezzi che stanno più sotto dimostrano che la tua vera voce, le tue vere corde, sono altre... (che non significa dover essere seriosa o piagnucolosa, anzi: è proprio nei pezzi profondi e commoventi e commossi che i tuoi guizzi di spirito e irriverenza brillano di più!)
Ciao carissima!
Naaaaaa! Mi hai capita, na!
Ma tu lo sai, no?, che Picasso sotto sotto sapeva dipingere come Raffaello?
AHAHAHAHHAHHAH!!!
OoooH what crazy thing I said :))
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