06/11/11

L'uomo che visse per sempre e poi morì

di Cristina Taliento


Forse fu l'arrivo della sua maggiore età oppure il cambio di stagione: disimparò. Il vecchio adolescente che si sedeva a comporre sulle radici del tiglio ombroso era morto di Pragmatismo. I gatti si burlavano di questa parola. E così perse la sua profondità, la saggezza giovanile di chi è timido e pensa. All'improvviso si ritrovò incapace di far poesia e, come il pescatore che dopo aver pescato per tutta la vita si accorge che il mare si è prosciugato e, riavvolta la lenza, pensa a nuovi laghi, gloriosi acquitrini, egli si sedette, sospirò e scrisse quello che poteva offrire. Racconti sciocchi, in memoria di se.

L'uomo che visse per sempre e poi morì


Ascoltai questa storia per la prima volta in cima al campanile della Chiesa Addolorata. Il sole era appena tramontato ed i gatti iniziavano le loro assemblee per concordare la divisione del territorio, dividendo il numero delle code per quello degli isolati. Io me ne stavo appoggiata alla pietra antica con le spalle agli infiniti tetti delle case e quando riuscivo a decifrare uno di quei miagolii disinvolti pensavo di aver capito l'intera frase e subito l'appuntavo sul taccuino di pelle rossa che mi aveva regalato il fantasma di John Keats. Un gatto robusto -doveva essere l'assistente del capo- mi miagolò qualcosa ed io capì la parola "iniziare", quindi immaginai che avesse detto: "Impugna bene la penna, stiamo per iniziare". E mi affrettai a rispondere allegramente: "Certo certo, la penna è al suo posto!". Il gatto obeso mi guardò con diffidenza e poi si schiarì la voce: "Prima di contare il numero delle nostre code, fatta eccezione di Medoro che di code ne ha due- disse e tutti guardarono il gatto malformato che stava agonizzando con una palla di pelo nella gola- è con grande dispiacere che devo annunciarvi la morte del signor Ud". Vidi i gatti che miagolavano sottovoce tra di loro abbassando ogni tanto lo sguardo triste. "Così è morto" disse un persiano con tono solenne. "Era da tempo che il vecchio minacciava di andarsene" disse Miagolo Bob. "Non essere indelicato nei termini" lo rimproverò Miagolo Tom. Da un balcone vicino qualcuno stava suonando il piano e girandomi, invece, potevo vedere la finestra illuminata di una casa dove qualcun altro tirava dei pugni su un cilindro di gomma. "E poi Ud aveva abbandonato l'idea di vivere per sempre già da tempo" stava dicendo un gatto chiamato Geremia. A quel punto non riuscii a trattenermi ed esclamai cercando di pronunciare bene il suono felino: "Nessuno vive per sempre!". Poi presi impaziente il vocabolario e cercai la parola "impossibile" e miagolai pensando veloce: "L'organismo umano non può vivere per secoli, per millenni. Questo è... impossibile!" I gatti fecero finta di non sentirmi ed io promisi di diventare un pesce muto, sebbene fosse noto che i gatti mangiassero i pesci ed io avevo solo dodici anni. Il capo disse: "Oh, è stato un grande uomo, un gigante e se ha deciso di cambiare l'eternità con la morte non possiamo che comprenderlo. Voglio dire, chi vorrebbe vivere per sempre e non smettere mai di cacciare topi? Ve lo dico io, signori: nes-su-no. Nessuno che abbia buon senso e Ud ce l'aveva". Miagolo Tom non sembrò d'accordo: "Egli aveva curiosità ed io dico che l'hanno costretto!".

"Tom, Tom, Tom, ma cosa sono queste insinuazioni?-chiese Miagolo Bob studiandosi la lunghezza delle unghie- egli ha vissuto una vita strabiliante lunga tre millenni e una sera di queste avrà detto sono stanco e la mattina non si è svegliato più. Che c'è di male a non voler vivere per sempre?"

"Invero io non ne capisco il motivo! Più cose avete visto in vita e più hai vissuto, più razze di topi hai visto e più puoi dirti cacciatore! Che diavolo importa se non trovi l'amore quando l'hai visto negli occhi di migliaia di persone, sempre uguale, sempre rosso, che importa se non hai avuto la gloria quando hai vissuto tre millenni per capire che è solo gloria e non eternità? Avanti, ditemelo. E io vi dico che non è tanto come vivi, ma quanto vivi, quanto riesci a vedere".

"No, Tom. Non è tanto quanto vivi, ma come vivi, il valore che dai all'amore, alla gloria, alla morte" disse Bob imitando il tono stridulo della voce del suo gemello.

"Smettetela, voi due- li rimproverò il capo- sicuramente sta tutto nell'equilibrio: est modus in rebus. Il vecchio Ud non so se è morto soddisfatto, se ha gradito la sua vita, ma il fatto è che, amici miei, quando intuisci che puoi avere più tempo, te la prendi con calma e non riesci a terminare in un anno quello che in altre condizioni avresti fatto in un giorno e mezzo. La pressione aiuta, mi capite?"

"Sciocchezze-continuò Tom- nient'altro che sciocchezze! Noi abbiamo la paura costante di quello che sarà o non sarà quando i nostri occhi saranno spenti e voi fate come se non fosse questo il punto. Io sono a favore di una vita immortale, diciamolo tutti. E credo che Ud fosse stanco, ma anche troppo rincitrullito per capire quello che aveva in mano!".

"Invece io penso che Ud sia stato un esempio memorabile per tutti noi-annunciò con voce grave il capo- egli ha deciso di scomparire portandosi via la sciocca brama animale dell'immortalità. Grazie Ud, riposa in pace". A quel punti i gatti si misero a graffiare il pavimento ed io credetti che applaudire fosse tutto quello che avrei potuto fare per non essere di meno.

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