21/07/11

L'adolescente arrogante - Parte seconda

di Cristina Taliento


(Jean-Baptiste Greuze, Un écolier endormi sur son livre, 1755, oil on canvas, 65 X 64)



Talvolta la si vedeva piangere, seduta sull'erba bruciata delle campagne estive, incespicando le dita tra gli sterpi e la terra brulla. Poi con gli occhi appesi all'orizzonte contava le rondini in cielo e si pentiva malamente con i movimenti convulsi di un insetto preso, intrappolato e schiacciato tra i polpastrelli d'un bambino. Abbandonava il suo violento isolamento tutte quelle volte in cui si accorgeva di aver mozzicato ogni genere di colpa, quando il Dio che per lungo tempo aveva cercato si ricordava d'incendiare il cielo; e, quelle lacrime rabbiose, lente sulla guancia, illuminate e assolte dai raggi del tramonto, non venivano da lei scusate, quasi mai considerate come un fatto di redenzione; tutt'al più erano come schegge appuntite nelle quali lei cercava la causa del suo dolore immotivato, quasi infantile e sciocco, delle delusioni alle sue aspettative, di quel curioso odio verso un universo schivo percepito da lei come una placenta da squarciare con le unghie fino a far uscire la testa e respirare forte, respirare avidi e s'immaginava di gridare, in quel vuoto infinito, ingiurie ai viventi, agli idoli, alla filosofia bugiarda. Si alzava da terra bruscamente e prendeva la strada che portava a casa, imbrigliando lo sguardo tra i fili della luce, tra le antenne sui terrazzi. Mangiava senza parlare, senza rispondere alla madre che aveva smesso di chiedere e alla sera ritornava a trincerarsi dietro i suoi libri, afferrandoli con le mani impacciate e sporche di terra. Criticava gli autori più grandi: Proust, Dostoevskij, Flaubert, Pasternak. Sottolineava alcune frasi e sul margine le riscriveva come lei credeva che suonassero meglio e quelle correzioni in inchiostro nero parevano come merli morti su isole di ghiaccio. Ma quando andava a rileggere quello che aveva scritto, si accusava di mediocrità, di conformismo e giurava che mai ancora avrebbe osservato o riflettuto o, soprattutto, scritto. Più di altri, lei fuggiva la noia. Era il più alto tradimento che ci fosse nell'animo, la figlia bastarda del cuore umano; si annoiava quando le ombre altrui danzavano scomposte attorno ai fuochi di quel che chiamavano divertimento. Finiva moribonda su di un letto a studiare le trame minuscole della coperta oppure la ritrovavano giorni dopo con occhiaie profonde e foglie tra i capelli lunghi. Raccontava di essere stata nei boschi del Canada, tra i deserti del Sahara senza acqua e la voglia di riposare e, invero c'era stata, ma erano visioni della sua mente, strani flash di gloria. Si vedeva al patibolo con il cappio al collo, ancora viva, i vestiti antichi e il sorriso da criminale. "Toglietele la corda!- urlava d'un tratto lo sceriffo- Questa ragazza non merita l'impiccagione. Voglio vederla vivere fino al suo ultimo alito di vita, sissignore!". Poi scoppiava in una risata alcolizzata.

7 commenti:

Tomaso ha detto...

Eccomi cara amica, non sapendo come ti chiami ti chiamerò solo amica.
Ho visto che ti sei messa trai miei lettori ho voluto vedere se avevi un blog, lo trovato e mi sono messo trai tuoi lettori, se ritornerai da me vedrai molte cose di questo vecchio che non si arrende mai, i racconti veri della mia vita fanno capire quanto era dura in quei tempi.
Ti auguro un buon fine settimana.
Tomaso

Tomaso ha detto...

Scusa sono ancora io, guardando bene ho notato il tuo profilo ora mi è tutto più chiaro.
Tomaso

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Ahahah salve, salve! Cristina.
Si, ho letto i suoi blog, complimenti davvero per la sua vita e per come l'ha vissuta. Io ho diciassette anni e spero di finire un giorno come lei! Anche se chi lo sa... muoio prima! Ahahahhaha :) suicidio e malattie permettendo (OVVIAMENTE SCHERZO, almeno sulla prima) la saluto.
Buon fine settimana

Adriano Maini ha detto...

Ti confermi grande scrittrice di tensioni che é sin troppo poco definire stranianti, anche se le esprimi incorporandole in modo disinvolto negli oggetti e nella natura. Devo, poi, avere già affermato che é difficile dare consigli pratici non richiesti ...

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

questo blog esiste proprio per migliorare la scrittura con i consigli pratici e le critiche spietate di chi se ne intende :)

riri ha detto...

Mi associo al commento di Adriano, scrivi bene, il racconto è piacevole alla lettura, direi scorrevole, ma poi non sono una critica letteraria, amo molto leggere..ed eccomi per un saluto ed un plauso:-)Buona domenica

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Grazie tante, benvenuta! Un saluto, Cristina