15/09/12

La metamorfosi idiota (XXVI)

di Cristina Taliento




Tutta quella pioggia buttata su strade già allagate e su lucci alligatori a spasso tra i pali dei semafori e marciapiedi. Antichi velieri tagliavano le onde di Via Ludovico Ariosto; sull'albero maestro il marinaio spezzava a colpi di spada i fili della luce per permettere il passaggio della nave Moby Dick. Si, così si chiamava. E i lampioni appesi cadevano all'improvviso come liane, dove, a quel punto, si potevano arrampicare le urlanti scimmie vestite d'oro.

Pensava...

Molti ragazzi nati anni e anni dopo la morte di Lennon ascoltavano soltanto i Beatles e quelle canzoni sul Vietnam, alcuni ripetevano all'infinito vecchi motti fascisti e alle assemblee d'istituto si alzavano in piedi per gridare i discorsi della Prima Repubblica; c'era chi imitava ancora Marylin o un'altra volta Giulio Cesare e non volevano saperne per niente delle varie Britney Spears, Brittany Murphy, Britney questo, Brittany quello. Si, erano in molti.

Anche secondo il fantasma si trattava di un atteggiamento diffuso tra i giovani e per via di questa moda la accusavano di essere come quei suoi coetanei, troppo distante dalla realtà presente, ammaliata dai sortilegi sbiaditi del passato. No, avete capito male: io volevo tutto, passato, presente, tutto, futuro, tutto. Io non lo rinnego questo mondo di social networks ed esaltati del lavoro, ma non mi basta.

Allora individuarono in lei un senso di possessione morbosa e iperattiva per la storia e per l'umanità intera. Me ne infischio di come la volete chiamare, io non sopporto di non aver visto i mondiali di calcio dell' 82, il crollo del muro di Berlino, l'estinzione delle tigri di Giava, l'assassinio di Aldo Moro. Volevo combattere le dodici battaglie dell'Isonzo, assistere allo sbarco sulla Luna, all'alluvione di Firenze, alla scoperta della struttura del Dna. Odio sapere che queste cose sono accadute senza la mia santissima presenza.

"Hai solo un forte desiderio di eternità e onnipotenza. Tuttavia, poca misericordia" sentenziò il fantasma ascoltando i suoi pensieri.
Poi appoggiò gli occhiali sulla scrivania e premette i polpastrelli sugli occhi stanchi. Livia si alzò per guardare la pioggia che da un minuto o due aveva preso a cadere ancora più forte di prima.

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