di Cristina Taliento
(Filippo Robboni, dalla mostra "Non io", 2011, Osart Gallery, Milano)
Anni che perdo sempre qualcosa
qualcosa dentro la tasca,
dentro questo mio berretto,
-...ah, eccolo, era qui! (dietro l'orecchio).
Anni che ti guardo, mi guardi
e non so da che parte iniziare.
Siedi zitta davanti a me,
poi ti scazzi, mi chiedi dove mi fa male.
"Non lo so!- penso arrabbiato- non lo so!
dannata estranea, mi vuoi lasciar stare?"
Ma prima di andartene,
dopo aver raccolto armi e bagagli
e hai già baciato di fretta tua madre
e tutto quello che dovevi dire l'hai detto,
mentre stai per aprire la porta di casa,
voltati verso di me,
benedetta ragazza con le mie stesse mani,
voltati anche questa volta,
e fammi un sorriso
perchè,
quando sorridi,
ho come
il solletico
di sapere
chi sei.
3 commenti:
Cara Cristina, tempi difficili ci aspettano, temo che dureranno molto ha lungo...
Ciao e buona Pasqua con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Quelle "mie stesse mani" mi hanno schiantato il cuore
"Ho come il solletico di sapere chi sei".
Sublime.
Innamorevole.
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