15/07/16

Avere cura

divagazioni di Cristina Taliento


(The Lee Shore, Edward Hopper)

Avere cura.
Mi basterebbe essere una persona che ha cura,
di tutto, di una maglietta
del tuo cuore.
Ad esempio, chiederti, prima di toccarlo:
"Ti faccio male?".
Avere cura
come quest'anziana signora a cui chiedo se ha voglia di raccontarmi com'è andata. Lei ha cura dei miei sorrisi, abbassa lo sguardo ed è il suo modo di custodirli. Ha cura anche di sé e del mondo e lo vedi dalle sue mani, come sono presenti, attente allo spazio, alle pieghe della gonna.
Si può avere cura di tante cose, anche piccole, e non è detto che queste debbano essere per forza e solamente cose materiali o ideali.
Mio nonno, ad esempio, aveva cura della pioggia. Si fermava a guardarla, respirarla come per celebrarne la presenza.
Avere cura...
Non è qualcosa che ti ruba il tempo, qualcosa per cui non c'è tempo. Più che altro è un modo di esistere. Un modo di pettinarsi, impugnare la penna, un modo di salutare, un modo di amare. Un modo di leggere, anche. È l'attenzione non richiesta. Quel rileggere e poi interrogarsi, "vediamo se ho capito", "vediamo se il tuo pensiero è questo".
Avere cura, basta poco. Però non basta mai. Oggi, venerdì 15 Luglio, un giorno come tanti, il giorno dopo l'attentato di Nizza in cui sono morte 84 persone. Un giorno dopo anni di guerre e morti e rose calpestate.  Avere cura, come si potrebbe fare, quale sarebbe il modo migliore. Non lo so. Non c'è forse. Ci sediamo sui gradini sporchi di una scala, ci diciamo "ciao" e poi insieme noi piangiamo.

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