12/04/16

Ritratto di giovane specializzando

Un lavoro puramente casuale di fantasia casuale


di Cristina Taliento



Lo Specializzando era uno degli ultimi arrivati in quel reparto di vecchi lupi barbuti dai camici sporchi e stropicciati.
Era inoltre uno dei primi frutti di quella generazione allevata con la solerte volontà di mamma Italia Uno, papà Play Station e cugini Lupo Alberto. Pur tuttavia egli si fregiava d'aver ascoltato, durante quella viscerale adolescenza, cantanti come De André o Guccini e d'aver preferito lo strudel con la marmellata di prugne alle merendine. Aveva la bellezza degli antichi dei pagani e la perseveranza nell'offuscare la stessa con piccoli atti di ricercata bruttezza: calzini bucati, barba incolta, camicie giallo canarino. Eppure quando qualcuno- un'infermiera dell'ospedale, un parente, un operatore sanitario- gli chiedeva quale fosse l'oggetto della sua formazione egli, dopo un'energetica inspirazione, ritornando di colpo vittorioso e bello, rispondeva che riguardava non la Medicina, ma addirittura la Chirurgia. 
Seppur giovane e abilitato alla professione da solo qualche anno, in nome della sua esperienza, non mancava di sconsigliare ai giovani studenti di intraprendere la carriera di chirurgo. Ricordava dinanzi a questi i sogni ingenui e le fantasticherie che da giovane faceva sul suo lavoro, visioni che egli definiva romanzate poiché attinte dai grandi classici della letteratura come ad esempio Bulgakov. Ma, con la sua modestia, ammetteva, che tra le sue cause di vocazione c'era anche ER-Medici in Prima Linea. Questo aggiungeva ancora più fascino al dottore che comunque, segretamente, aveva la consapevolezza di essere meglio di George Clooney per via di quel tocco di modaiola italianità e per via delle Converse, ovviamente, con cui amava comunicare al mondo di essere spigliato ventisettenne e chirurgo. Pardon, specializzando. Il ragazzo, dunque, non era poi così taciturno, preso com'era a parlare della sua Santa Vocazione con chiunque gli capitasse a tiro, preso com'era a impietosirsi di fronte al noioso lavoro dei nefrologi nel bilanciare die by die solo e soltanto creatinina. Però, bravo com'era, riusciva a introdurre l'argomento sempre con una certa apprezzabile casualità. I racconti erano spesso di grande impatto emotivo poiché sovente riguardavano archi aortici prelevati alle tre di notte da donatore dodicenne oppure  chiamate d'urgenza mentre tra amici ci si passava uno spinello. Very very strong. Gli interlocutori, seppur nauseati e intristiti, non potevano che provare ammirazione per quell'incredibile Deus in formazione specialistica.

I chirurghi anziani procedevano con il loro passo lento per i lunghi corridoi, non commentavano e, in generale, parlavano poco. E sempre in silenzio, sapevano riprenderlo con uno sguardo inespressivo o semplicemente con la pesantezza delle loro rughe che lì, ferme immobili sulla loro fronte, gli intimavano di chiudere quella cazzo di saccente bocca. Fine.

2 commenti:

amanda ha detto...

La mamma dello specializzando chirurgo è sempre incinta

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Ahahaha Doc, muoio ahahabhah