13/09/14

Note appuntate in settembre

di Cristina Taliento




Sul treno

Ieri ho preso il treno per tornare a casa. Passavo le ore del viaggio tra paragrafi di Batteriologia, crakers, auricolari, un romanzo giallo di serie B, quando i signori che mi sedevano davanti, il loro figlio e altri due signori che sedevano a lato si sono messi a parlare del Sud, del Nord, dell'estero, del mondo, del Sistema Solare, dell'Universo e poi dell'immigrazione. La signora seduta accanto al finestrino raccontava di quella sua collega commessa che mangiava solo cavolfiori per riuscire a pagare l'asilo ai figli mentre la famiglia di egiziani veniva esentata dalle tasse. Io ascoltavo, a tratti annuivo. Il figlio dei signori che invece mi sedevano davanti rimaneva muto con la mascella contratta e buttava occhiate lontane all'Italia che scorreva oltre i binari. I suoi genitori mi avevano detto di averlo accompagnato a Bologna per l'immatricolazione all'università. Quanto alla conversazione, sembrava che tutti avessero qualcosa da dire. Il padre del ragazzo ha tirato fuori la storia del crocifisso nelle aule di scuola. La commessa ha risposto elencando le sue esperienze da italiana nel Terzo Mondo e di quanto fossero stati inospitali con lei. 
Ad un certo punto, il ragazzo ha sbottato dicendo che siamo stati noi ad aver ridotto quei popoli così, che, senza offesa per la commessa non rispettata in Libia, ma noi italiani, lì, non avevamo lasciato un bel ricordo, che bisognava considerare la storia prima di prendere delle posizioni, che il petrolio, il colonialismo, il neocolonialismo, lo schiavismo, dovevano come minimo entrare nella coscienza di chi sbuffa nel sentire di gente, che anche questa volta, l'ha fatta franca sbarcando a Lampedusa. Aveva la voce pulita degli ideali, l'indignazione sana verso quei discorsi fatti in un treno dove ci si lamentava dell'aria condizionata troppo alta. I genitori lo contrastavano, facevano esempi. Lui rispondeva con il tono di chi sa di essere nel giusto, di chi crede di dire cose ovvie e si meraviglia del perchè gli altri non capiscano. Poi il ragazzo mi ha guardata e cercando forse una complicità che poteva nascere dal nostro essere quasi coetanei, ha detto: "O mi sbaglio?".
Io che ancora non avevo detto niente, io piena di dubbi, io che pensavo alla commessa che mangiava solo cavolfiori ho detto "no" e basta ed è stato esattamente allora che mi sono sentita, per la prima volta, merda e, se non vecchia, coinvolta e poco giovane. 

L'amore

Ogni tanto, quando posso, vado ad offrire la mia vogliosa incompetenza come volontaria in ambulanza. A volte si tratta di prendere i pazienti dall'ospedale e portarli in casa di riposo dove vivono oppure dalle loro case portarli a fare qualche radiografia o accompagnarli nei reparti. In un turno di cinque ore spesso mi accade di tornare a casa e aver dimenticato i visi sulle barelle che ho spinto. Ma l'ultima volta c'erano questi due coniugi da sballo su cui ci sarebbe davvero da scrivere un libro o, semplicemente, rifletterci su. Lui da 22 anni steso su un letto con il catetere, lei al suo fianco. Non c'è molto da dire, a parte che flirtavano come ragazzini. Il fatto è solo che l'amore non convenzionale, quello che c'è dove non ti aspetti, è un segno evidente di qualcosa che mi sfugge.

L'ombra

Curioso vedere come ad ogni tentativo di avvicinarti, tu ti allontani di tot metri proporzionali a quelli che ho fatto io per venirti incontro. A volte è curioso, a volte divertente. Ma come ogni gioco è bello se dura poco e siccome non è da poco che va avanti, si rallenta tristi come quella volta in treno, trentacinque gradi e passa nel sole di agosto a ripetersi la prossima volta non ci casco, la prossima volta cambia tutto.

11/09/14

Li hai visti

di Cristina Taliento


Li hai visti, si che li hai visti, i guerrieri disarmati della vita. Certo che li hai visti, così belli nel traffico, stanchi dal lavoro, con quelle loro mani parlanti ferme sul volante, quelle facce così vere e pulite, ingenue e sfrontate. Le persone forti dentro, le rocce dell'umanità. Una volta, almeno una, le hai viste e hai capito, hai smesso di replicare e le hai ascoltate; volevi giudicarle, invece le hai comprese. Per un attimo hai pensato di imitarle, ma eri così abbagliato da quell'esplosione di luce che sei rimasto lì a contemplare i loro sorrisi di purissimo diamante e non hai fatto niente. Allora sappi che erano quelle le persone grandi perché grandi erano le loro sensibilità e quella che a te è sembrata una cometa veloce, nata per caso, in realtà è una scia che si allunga nel tempo; quel tempo fatto da tutte le cadute e le camminate sulle ginocchia e le volte in cui si sono rialzati, il tempo a desiderare, credere, costruire, lavorare e poi, cambiare rotta per seguire il cuore. Si, perché tu li hai visti ed erano uomini, non cervelli sviscerati, non macchine, non eroi da scrivania. Hai capito che erano loro perché con loro ti sentivi diverso, come se fossi davanti al mare o davanti a qualche altro spettacolo pazzesco della natura. Ti sei fermato a guardarlo e hai fatto bene, ma ancora una volta sappi che quelle persone non si sono costruite, ma si sono formate. Nelle stanze delle loro adolescenze, nei loro perdoni, nel tempo passato a dare bellezza a ciò che l'occhio poteva soltanto rimpicciolire e capovolgere. Belle tra loro rughe o acne giovanili, quelle persone tu le hai viste e ti sei emozionato, un po' brillo hai barcollato sulla strada del ritorno.

06/09/14

Il momento nella vita

di Cristina Taliento

(The Lake Isle of Innisfree)


Ci sono momenti che non avresti mai pensato di iniziare la frase con 'ci sono momenti', ma è così ed è naturale perché sono solo momenti e sono tutto. Parte una canzone che non è la tua, una che mai avresti scelto e senti il cielo dentro, tu, le chitarre, i violini, gli uccelli delle diciassette e trenta, il libro con gli evidenziatori sopra, i cuori aperti appesi alle pareti. Hanno così tanto senso! Chiudere gli occhi non serve, non conta ballare, è lì, sei tu. E non importano nemmeno gli attimi colti, la felicità cercata, l'amore perso; tu sei nel mondo, tu batti il cinque, sorridi con la bocca aperta. Tu sei quello che volevi essere, hai il migliore aspetto che fa per te. Ogni instante che ti ha portato qui eri tu, eri casa.