17/11/12

Gioventù armonica in Re minore

di Cristina Taliento




Classe 1956: potevate essere comunisti e fratelli proletari anche con due ville al mare. Voi due, seduti sulle scale del liceo classico guardavate le vostre scarpe ricoperte dalle foglie rosse di tutti gli autunni del mondo. Avevate un accordo, occhi pesanti, il ritratto di un  Leopardi pensieroso piegato a quattro come segnalibro e adolescenze senili trascorse a indugiare, conservare, fumare lentamente, baciare lentamente, ostentando strafottenza per Orazio e per i suoi ripetuti carpe diem. La prima volta che l'hai vista era spettinata, piegata ad aggiustare la catena di una bicicletta modello maschile. Ti eri avvicinato e avevi coperto il sole con la tua testa dicendo un imbarazzato "ciao, come ti chiami". E lei, con le mani sporche di grasso, ti aveva risposto senza nemmeno alzare la testa: "Una come me lo sconvolge uno come te". E tu: "Non te ne devi preoccupare. Io sono già sconvolto di mio". Che commedianti eravate. Però ti aveva chiesto di restare, non fosse stato altro per l'ombra  che le facevi. Quanto vi sembrava scontato il barocco delle chiese del centro, scontate le promesse di non lasciarvi mai. Che importava se lei volesse vestirsi con le tue giacche blu a doppio petto o che dopo averla aspettata per tre ore seduto per terra, mentre deluso e triste facevi per andartene, lei sbucasse da qualche parte per prenderti alle spalle con un "ehi, tu, coglione" gridato a distanza. E per un certo tempo, un certo anno, siete stati voi ovunque, voi sulle giostre le sere d'estate, voi visti camminare da lontano, voi che vi abbracciate ridendo, voi inquadrati di spalle mentre osservate un quadro impressionista, che dite cheeeese con gli occhi chiusi, che cercate di imitare un passo di danza classica, voi sulle altalene con gli occhiali da sole, voi che litigate sui meriti del '68, che mangiate pastiglie Valda commentando critici le sceneggiature dei film ("è un finale per polli, dovevano farla morire con più pathos"; "vero... sarebbe bastata una promessa, un rimpianto confessato e anche noi avremmo pianto"; "peccato"),  ancora voi travestiti da annoiati aviatori giapponesi ad una festa, voi che stringete le chitarre con Santa Croce sullo sfondo, che salutate con il sole negli occhi . "Silviaaaaaa!- le gridasti una volta con solo il tuo fiato contro tonnellate di vento e pioggia-  Silviaaa, ricordi ancor quel tempo della tua vita mortale quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitiviiii e tuuuu- ululando su quel tu come un lupo alla luna- lieta e pensosa il limitar di gioventù saliviiiii?". E lei: "Cooosa? Non ti sento, grida più forte". E tu: "Nienteeee, che ti amoooo". E lei: "Non ti sentoooooo".

Venticinque anni dopo,

quando l'hai trovato seduto nel tuo reparto di rassegnazione e morte, quando, pur riconoscendolo all'istante anche dietro il cancro, senza dire una parola hai appoggiato il fonendoscopio sulla sua schiena sposata con la professoressa altra e hai mormorato, poi, "fai un respiro grande", hai auscultato il Leopardi, la sua voce sulla voce di Battisti, l'ultimo verso di quella poesia di Prévert, quel verso che faceva "noi facevamo il male/ Il male era fatto bene". Si, faceva così... quanto fumo e quanta vita. Hai indietreggiato per tenerti al muro e raggomitolarti nel camice e piangere di un pianto disperato e soffocante. Sei riuscita a dire dietro i polsi che ti nascondevano e gli strazianti singhiozzi: "Quel tempo della nostra vita mortale...".
Ha risposto: "Lo so". 


Fine.

"Perchè adesso non fai che scrivere dell'adolescenza?"
"Mah... forse perchè  mi sono accorta che se n'è andata e sono triste"
"Tempus fugit sicut nubes... "
"... quasi naves, velut umbra"
"Già"

12 commenti:

Adriano Maini ha detto...

Racconto ancor più travolgente per me, perché tocca tante corde del mio vissuto! E te l'ho condiviso qua e là!

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

apprezzo apprezzo,
buona domenica

Tomaso ha detto...

Bene Cristina sono qui per dirti grazie della tua visita al mio blog.
Tomaso

Tomaso ha detto...

Aggiungo un grazie ancora che hai tolto l'odiosa parola...
Buon inizio della settimana.
Tomaso

stealthisnick ha detto...

Melville l'ho già letto.

forse perchè mi sono accorta che se n'è andata
Vedo che la vecchiaia inizia a fare capolino anche dalle tue parti.

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

prego, stia bene :)

Niiick, spesse volte i corsivi riportano discorsi sentiti nei porti o nei bar :)

Ma. ha detto...

Contento di essermi iscritto al blog, molto.

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

A breve ti arriverà la tessera dei soci ballerini. Accumulando punti si può vincere:

-un fenicottero impagliato per giardino
-un mantello nero con cappuccio
-mezzo pacchetto di miniciccioli
-tre gelati al pistacchio

(Ma per i gelati devo controllare)

premio petrolio ha detto...

il sapore della vita che sfugge e che rincontri, amarissimo

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Quale onore averLa qui, illustre scrittrice

Luana ha detto...

Bellissimo. Complimenti. La storia di una vita in poche righe...ma piene di tutto...

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

non pensavo che il messaggio arrivasse. Invece si. L'ho sperimentata, eccola, è mia: l'Universalità del genere umano. Quando si verifica c'è da dire "ohooo", come i vecchi.
Ohooo grazie.
Ma basta ora, mi sto gasando come un OGM.