quando avevo sette anni dopo aver letto Il Piccolo Principe mi misi a scrivere una lettera ad Antoine de Saint-Exupéry, lo scrittore. Avevo queste tre domande paranoiche e mi sarebbe piaciuto davvero conoscere le risposte, ma scoprii, cercando l'indirizzo, che non si avevano notizie di Antoine de Saint-Exupéry dal 1944; in pratica era partito per una missione con l'obiettivo di sorvolare la regione di Grenoble-Annecy, fu dato per disperso e non se ne seppe più nulla. Secondo me, un guasto aereo, qualcosa nel motore e a quei tempi d'altronde era comune che un aereo cadesse così, per volere del vento.
Anche tu, io lo so, per una ragione o per l'altra non leggerai questa lettera, ma non te ne fare una colpa perché, alla fine, dopo tutto quello che posso riuscire a dire, mi hai risposto già.
Esistono certe canzoni grandiose che le canti ovunque, ritmi talmente coinvolgenti che ti chiedi come fanno, testi stilisticamente perfetti e cantanti che vincono cinquemila Grammy Award, che vendono triliardi di dischi, che ballano e cantano insieme senza la minima traccia di fiatone. Invece le tue canzoni, come mi ha urlato ieri mia sorella sono simili tra loro e anche un po' monotone. Ma mia sorella è fatta così; non bisogna prendersela e poi ha reagito in quel modo perché il volume era troppo alto. Un'altra volta invece ad un matrimonio un ragazzo mi ha detto che le tue canzoni le capisci solo tu. Io ho risposto: "Dipende". Anche se è una risposta un po' da immaturi, di chi non sa forse bene cosa dire, ora vorrei scriverti, e chissà quante volte l'avranno fatto, che le tue canzoni entrano silenziose nell'anima e puoi impararle a memoria a furia di ascoltarle, ma andandole a ricordare è più il senso che resta, quella fiammella di note, di poesia e di non so cosa. Figurarsi se devo essere io a spiegartelo. Mi viene da ridere. Io non sopporto sentir parlare di me e magari nemmeno tu lo sopporti, però il fatto è che secondo me uno lo deve sapere se è riuscito a cogliere il grande segno, il bollino rosso da un milione di dollari, come dicono gli americani, perché poi, e dico poi, uno può fare finta di non aver sentito o arrabbiarsi sbattendo la porta o ringraziare con mezzo sorriso per finirla lì subito e togliersi l'imbarazzo e tutto il resto, ma lo deve sapere. E allora ho pensato di dirti che dietro ogni -ismo di questa adolescenza un poco strana- femminismo, esistenzialismo, cosmopolitismo, pacifismo, antifemminismo, liberalismo, antifascismo, individualismo, neo romanticismo, neo surrealismo- al di là di ogni -ismo e al di là dei Clash e degli Smiths io sono sempre tornata da te. Perchè, a mio avviso, la tua è la voce più dolce e fantastica del mondo e nessuno potrà mai competere con te.
Con affetto,
Cristina