Pensò che probabilmente viveva dentro scatole di cartone, di metallo, di legno. E che si respirava meglio con una mano sul naso. Scatole oppure edifici: disse che non c'era differenza. Il banco su cui sedeva aveva la forma di una scatola su cui appoggiarsi e le pareti di gesso si sbriciolavano sotto i temporali di dicembre. I treni erano scatole lunghe, come quelle degli alberi di Natale e il cielo era un cassetto grande come Dio e l'Universo. Invece i letti e i tavoli erano piccoli e lui aveva capito fin da bambino che a starci sotto si doveva stare attenti a non urtarsi la testa. Disse che il segreto stava nel non pensarci troppo. "Adesso che me l'hai detto, ci penso invece". "No, non pensarci troppo".
3 commenti:
Una storia triste, come il soggetto del quadro, di autore che invero ho imparato ad apprezzare!
Mi ha ricordato una canzone di tanti anni fa, che si intitolava Living in a box (curiosamente, era anche il nome del gruppo, come a voler rafforzare il messaggio).
Meglio non pensarci troppo.
Meglio abbracciarti.
Ciao!
@Adriano: già, i lati più veri del Romaticismo.
@Zio Scriba: e chissà quanti altri l'avranno pensato. Ma noi dobbiamo andare oltre ed essere ninja e non aver paura perchè la realtà siamo noi! Siamo noi! AHAHAHHAHA
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