Scrivere fu il suo unico modo di allenare il metacarpo e tutte quelle falangi
30/12/11
Canto notturno sui gradini della Cattedrale
La notte era un bambino
con gli occhi di bruno stupore
nel viso due sguardi d'amanti
e corone di stelle sui fianchi.
Disilluse gambe, brandelli
di giacche camminano
per le strade con a fianco
la morte e schivano il giorno,
nel viso lo fuggono,
lo odiano fino a spezzarsi il cuore.
Ma nel sonno s'ammazzano
in faccia alla vita e piangono sangue
e punture d'insetti,
allungano i muscoli come
ghepardi digiuni affetti da noia
e dal delirio più nero.
Li ho visti baciarsi e
prendersi a schiaffi,
scottare nel corpo di
una febbre squassante,
chiedere acqua
con voce stremata, fumare
sui tetti dei treni e
morire. Morire, poi vivere
ancora come una giostra
notturna d'agosto,
cantando nel buio
ubriachi e prudenti
i vecchi canti del gladiatore.
E tutti li videro uscire
dal loro pallore
dilaniando le carni mosse
dal vento, buttarsi d'un tratto
nell'oceano d'inverno
ed urlare al mondo
ci sono.
29/12/11
Tribute to Holden Caulfield
28/12/11
Il ragazzo che piange
23/12/11
Merry Christmas!
21/12/11
Gli occhi marroni dell'autunno
(La dama con l'ermellino, Leonardo da Vinci, oil on wood, 1488)
Le strade d'inverno brillano per i riflessi delle luci arancioni. La mia ispirazione in questo momento vive nel cuore di questo ragazzo che vedo dalla finestra. Sta in piedi e aspetta e alza la testa ogni volta che una macchina lo abbaglia. Adesso batte il tempo con un piede; un ritmo lento come la noia. Ecco, un falcone si è posato sulla sua spalla. Il ragazzo non è più lo stesso. Ora sulla sua fronte vedo legata stretta una striscia di stoffa verde. Vedo i suoi occhi marroni d'autunno divenire grandi e cattivi, ideatori di sommosse. Vedo l'avventura e vedo la testa di un lupacchiotto che esce dalla tasca del suo giubbotto. Il libro di filosofia aperto sul comodino si dà una scrollata e tutte le parole cadono a terra: Stuart Mill, il pazzo Kant, Schiller... I filosofi prendono a ballare sopra i miei occhiali, il ragazzo della finestra salta a bordo di una nave che scivola calma sull'asfalto. "Ci imbarchiamo di mercoledì sera, giovanotto!" grida il capitano. "Sissignore, ogni giorno è buono per prendere il mare, signore". Allora Hegel si avvicina con gli occhi sognanti alla finestra e appoggia le mani al vetro freddo e vorrebbe prendere anche lui il mare. Ma la nave fischia già che sembra un treno. Mi viene da ridere in un modo pazzesco.
"Perchè?" mi fa la Coscienza o l'Ispirazione. Questa voce potrebbe essere chiunque. "Che cosa perchè?". "Perchè finisci per raggirarmi?". "Raggirarti?" rido. "Si, raggirarmi. Tu, razza di giullare, finisci per trasformare questi esercizi di scrittura in grotteschi balli di corte dove ci si ubriaca fino alla morte!" grida la voce. "Oh... ma non ti arrabbiare. Non è mica mia la colpa" mi difendo. "Studio! Concentrazione!"; "Ma lasciami perdere, o benedetta Illusione, chè noi gente di poco talento ci divertiamo così e non sopportiamo i corsetti. Noi vediamo le cose che non sono perchè quelle che sono ci hanno escluso da tempo!" esclamo io e poi sto zitta, ma tutti i filosofi scoppiano a piangere per le risate così finisco per ridere con loro e se avessi in mano un bicchiere, giuro sulla mia testa, lo alzerei al cielo.
17/12/11
Non era il cuore, non era il cuore
14/12/11
Cielo color del vino
Pensò che probabilmente viveva dentro scatole di cartone, di metallo, di legno. E che si respirava meglio con una mano sul naso. Scatole oppure edifici: disse che non c'era differenza. Il banco su cui sedeva aveva la forma di una scatola su cui appoggiarsi e le pareti di gesso si sbriciolavano sotto i temporali di dicembre. I treni erano scatole lunghe, come quelle degli alberi di Natale e il cielo era un cassetto grande come Dio e l'Universo. Invece i letti e i tavoli erano piccoli e lui aveva capito fin da bambino che a starci sotto si doveva stare attenti a non urtarsi la testa. Disse che il segreto stava nel non pensarci troppo. "Adesso che me l'hai detto, ci penso invece". "No, non pensarci troppo".
09/12/11
Montaggio di un Personaggio
(Bindo Altoviti, Raffaello, 1515, oil on wood, 60 x 44 cm, National Gallery of Art, Washington)