09/11/09

Si, per l'eternità... ma non un secondo di più

di Cristina Taliento

In classe, dal mio banco, si riesce a vedere fuori dalla finestra e io, nei momenti in cui mi accorgo del lento passare del tempo, lancio lo sguardo aldilà della strada dove c'è un muro vecchio e scalcinato. Aspetto che le auto scorrano, lasciando ben visibile la scritta rossa che contrasta la natura così visibilmente precaria del muro: "il nostro amore è per sempre". Chi l'ha scritta forse aveve le idee più chiare delle mie sul vero significato di "per sempre" e magari, se lo conoscessi, ne approfitterei per chiedere informazioni, ma non è così e come al solito... devo arrangiarmi da sola.
Dunque, apriamo sul tavolo il materiale a disposizione fino ad ora raccolto, lente d'ingrandmento nella mano destra e speriamo, anche questa volta, di trarre delle conclusioni soddisfacenti.
Lo slogan del Trilogy: "un diamante è per sempre"; pagine di diario scarabocchiate di "X SMP"; il giovane Peter Pan? Per sempre, ovvio. Quel "vissero felici e contenti" è così indeterminato e infinito che sembrerebbe sia quasi...per sempre; l'Universo è per sempre; un sorriso è per sempre; la gloria è, dopo l'ultimo agonizzante minuto della fine, per sempre.
"Per sempre" , quindi, ha l'aria di essere una cosa bella, qualcosa che non muore, qualcosa che resta nonostante tutto, ma allora perchè, a me, sembra una ghigliottina, un pezzo di scotch da imballaggio che preme sulle labbra o un grosso signore baffuto che mi autorizza ad entrare in un posto (s)conosciuto già a memoria? "Per sempre", in effetti, è un posto arioso, ma, allora, da dove viene tutto questa claustrofobia, questo desiderio di sbattere contro le pareti di vetro, gridando: "Fatemi uscire! Per favore, aiuto, fatemi uscire!!"?. Siamo stati abituati all'idea, tutti quanti, che ogni cosa ha un inizio ed una fine, non per niente siamo a conoscenza che: i cuori si fermano, i pianeti smettono di girare, i muri crollano, i sentimenti si dimenticano, i fiori appassiscono, le stelle si spengono, i cellulari si rompono, i rifiuti si degradano, le pagine si sgretolano, i diamanti... beh... sinceramente non lo so che fine faranno i diamanti! In un mondo dove tutto ha già un destino prescritto la parola "per sempre" dovrebbe essere un alito di magia, una specie di pompiere che, dall'alto, ti getta una corda e ti grida: "Su, aggrappati!". Ma, ci deve essere anche una forza contrastante, opposta all'immortalità, che mi impedirà di afferrare la corda. La vita, la realtà, non è la Saga di Twilight, dove i protagonisti camminano per mano verso l'eternità e, che ci piaccia o no, niente è eterno all'infuori dell'Eterno stesso. Anche i sentimenti di amore e amicizia, che ci ostiniamo a dichiare "per sempre" si spegneranno con noi, ma questo non è una catastrofe, nè ci deve fare stizzire: sapere che c'è una fine rende più sensazionale l'intera durata di un qualcosa.

Mentre distolgo lo sguardo dalla finestra penso ad una frase del film Saturno Contro (F. Ozpeteck-Ita, 2006) ," Ci sono momenti come questo in cui riesco a sentirmi felice. Voglio che rimanga tutto così per sempre. Anche se so che per sempre non esiste ".

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