di Cristina Taliento
Tornare a casa dopo essere stata via per un paio di mesi e mezzo è stato come confezionare una valigia di cartone, simile a quelle che usavano gli immigrati degli anni 20, piena di cianfrusaglie e lasciarla nel silenzioso buio di un armadio per un po' di tempo, poi, un giorno, decidersi di riaprirla e ritrovare tutto così come stava. Solo quella giusta polvere in più che ti fa riflettere sul fatto che anche se mancavi le lancette non hanno mai smesso di respirare, che anche se tutto sembra come prima, qualcosa è comunque cambiato e non puoi contestarlo, perchè la polvere, che tu lo voglia o no, si è distesa sulla tua valigia. Qualche pubblicità rassicura che è solo questione di attimi: compra quel prodotto e tutto tornerà davvero come lo avevi lasciato; ma chi è che le ha mai ascoltate le pubblicità, forse gli stessi che danno retta ai maghi, alle superstizioni e a tutti i felici asini volanti che questo mondo si possa inventare. Seriamente, non è il caso di perdersi dietro a queste storie e se la polvere c'è, io dico bene che rimanga lì, almeno fin quando non arriverà il momento di toglierla; quando arriverà prenderò il primo cd di Francesco de Gregori, ci soffierò sopra, lo luciderò meglio con la manica della felpa e la sua musica ripartirà come prima. Per adesso mi piace restare seduta ai piedi di quell'enorme valigia che adesso mi fa sentire tanto piccola, guardare la polvere e pensare a quello che stavo facendo mentre lei era lì a depositarsi sulla mia roba.
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