27/07/17

Andy Chaser - Ritratti di persone

di Cristina Taliento

L'immagine può contenere: spazio all'aperto

(Claude Monet, Impressione, alba, 1873)

Andy Chaser è questo ragazzo un po' paranoico sulla ventina, uno dei tanti, come ce ne sono a bizzeffe sparsi per l'Italia, tra Nord e Sud, magri, per niente abbronzati, introversi, mangiatori di schifezze e senza un particolare programma nella vita. Andy Chaser io non lo so perché abbia deciso di chiamarsi così su Instagram, invece di Andrea l'Inseguitore, per esempio. Lo scopo del suo account è raccogliere foto di tempeste, nuvole terribili e piogge di saette e, a dirla tutta,  il nome inglese lo descrive meglio, si abbina con i calzoncini corti e le All Star Converse e con quei quattro peli biondi a mo' di barba che altrimenti  stonerebbero su un  solenne 'Inseguitore'.
Andy è così, anzi a dire il vero non ne ho la più pallida idea di come sia. Diciamo che sono una dei suoi pochi followers e ne ho fatto, a sua insaputa, un personaggio. Io me lo immagino sempre inforcare la bicicletta alla prima goccia di pioggia con degli occhialini da piscina sopra uno sguardo allertato, per poi pedalare a più non posso con le infradito verso la campagna sconfinata e deserta, schivando qua e là, con uno slalom mortale, le lattine vuote che l'uragano gli lancia contro. E, secondo me, proprio mentre è nella zona più grigiosamente appestata da nubi, ben lontano dalla salvezza, con la maglietta completamente zuppa d'acqua e di guai, Andy prende la macchina fotografica dalla custodia impermeabile e, con l'iride nell'obiettivo, aspetta quatto quatto il tuono. E aspetta il lampo e aspetta la meraviglia e chissa chi e cos'altro. Intanto bagliori di sommosse gli illuminano gli occhi e accusano violenti il suo lungo indugiare. Ma- attenzione- nell'istante in cui il fulmine sguizza via dal cumulonembo,  lungo e veloce come un'anguilla,  il vecchio Andy preme il pulsante di scatto, clic e fine della storia. 
Quelle volte che piove e basta, senza bagliori né niente, io non riesco proprio a immaginare dove trovi il coraggio per non mollare tutto e cambiare hobby, senza perdere altro tempo a bagnarsi sotto l'acquazzone come i poveri cristi, ma probabilmente non ho capito il senso del suo inseguire, che la mia mente legge come sinonimo di cercare e magari invece no, non è lo stesso. O forse il bello per lui è soltanto farla franca. Un'altra volta e diecimila altre scappare a gambe levate con una foto appesa al collo e neanche un elettroshock.

2 commenti:

Tomaso ha detto...

Cara Cristina, passo per leggere i tuoi stravaganti racconti, lo faccio per distrarmi un po, ho un malanno, che mi a molto ridotto la vitamina B12 e causa parecchi problemi, il pi!u fastidioso è che si formano delle chiazze dolorose in bocca che mi impediscono di mangiare vivo con dei liquidi, spero che le iniezioni che mi stanno facendo tutto ritorni normale, per fortuna che pr la tastiera non serve la bocca ma le dita:-)
Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Caro Tomaso, mi chiedo spesso quali siano le sue condizioni di salute e ogni volta spero per il meglio, così non posso che dispiacermi nel leggere che ora non se la stia passando benissimo. Abbia fiducia nei suoi medici e nel frattempo continui a scrivere e io continuerò a scrivere racconti 'stravaganti' che possano risollevarle il morale.
Un abbraccio e un sorriso,
Cristina