Scrivere fu il suo unico modo di allenare il metacarpo e tutte quelle falangi
28/06/17
Sotto un tempo da lupi io mangio un gelato
di Cristina Taliento
Sotto un tempo da lupi io mangio un gelato
È il titolo di questo sonetto
E le rondini volano alte.
La pioggia d'estate mi fa venire voglia
Di scappare di casa
Anche se questa non è casa mia
E sarebbe strano, un controsenso
Dunque preparo lo zaino
E pedalo semplicemente
Come un tranquillo anziano normale
Che pedala normale
Ma in realtà sto facendo al contrario
Il solito percorso
Con l'animo di un bambino irriverente
E da questa prospettiva
Mi sembra tutto diverso,
Persino quel ponte, diverso.
Però è bello
E questo potrei anche scriverlo in prosa, anche se mi servirebbe il doppio del coraggio, perché nei versi ci sei e non ci sei, salti da un rigo all'altro lasciando nel dubbio che fossi veramente tu o soltanto un riflesso, un sentimento generico, d'altri. Pedaliamo ancora sotto questo cielo di capodoglio ferito -e questa è in assoluto la mia metafora migliore - noncuranti di noi stessi, oppure troppo attenti ai dettagli per accorgerci delle cose più semplici.
Semplice tipo questo parco che incontro, pieno di rametti spezzati dalla tempesta, con tre panchine e un'altalena.
La pioggia d'estate accarezza gli alberi
E un signore col cane mi fa:
"Ragazza, ieri vento a ventinove kilometri orari!".
Faccio un cenno d'assenso e dico:
"Mare forza quattro!".
Dicono che nello Stretto di Bering ci sia un vento talmente forte da uccidere in media un pescatore al giorno. Lo chiamano il "gelo nero". Per questo il lavoro del pescatore di granchi reali del Nord è il lavoro più pericoloso al mondo. Le onde saranno davvero altissime laggiù.
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1 commento:
Cara Cristina, anche oggi con questo post ai messo in me la curiosità di leggere tutto, alla fine ammetto che il tuo monologo dialogo me è piaciuto tanto!!!
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
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