di Cristina Taliento
(Tolido's Expresso Nook, Singapore)
Ansia quieta un mattino d'inverno,
il cielo celeste come la Medicina,
la mia scrivania è un'immensa pianura,
ho una camicia a quadri e grinze,
sempre
la
stessa,
e aereoplani di carta,
barchette bianche,
ricordi d'infanzia.
Gli appunti come sono belli,
che bella scrittura...
ma solo io non capisco
quello che leggo?
Nei miei capelli, farfalle.
Ripeto in piedi,
dov'è il mio letto.
Tre tazze vuote, sporche di caffè.
Dov'è la matita.
Dove sono le mie Norvegie psicosomatiche
di cui ora non vedo che orizzonti lontani
e limiti.
E se invece,
sabato
andassi a respirare il mare
nel posto più vicino,
da sola?
Quanto disapprendere dovrei,
quanti libri all' incontrario sfogliare,
per ritornare a sentire
le onde, il silenzio del faro,
quel pomeriggio?
3 commenti:
Complimenti cara Crestina io direi che è veramente bella questa tua poesia.
Ciao e buon pomeriggio cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Nonostante una pila di libri assurdamente più alta di me nella testa, giuro che si torna a sentire il rumore del mare e anche il silenzio, un giorno, magari non proprio i medesimi di quel pomeriggio lì, del resto, non sarebbero più stati gli stessi anche solo un minuto dopo
Un cuore a entrambi cari amici, vi voglio bene,
Cristina
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