24/07/15

Mi ricordo della tana certe volte

di Cristina Taliento






Mi ricordo della tana certe volte, quando ho tempo o quando non ne ho. Mi ricordo cioè di quando scrivevo, di quando non avrei mai pensato di mettere un "cioè" così senza virgole nè niente, abbandonato nella frase, nel vento dei ricordi, come il naso di un pagliaccio sulla riva del mare. Io ho avuto un'adolescenza di storie inventate, ma erano per lo più personaggi difficili che toglievano l'aria al contesto e non rimanevano che loro al centro di loro stessi e le mie storie erano proprio come delle bamboline dentro bamboline dentro bamboline. Un'avventura la puoi creare anche con un due polmoni, un paio di occhiali su un naso e un cuore che batte. Non erano poi questo granchè, le mie storie. Però mi ricordo che quando scrivevo ero felice, in un posto sicuro dotato di accarezzatori automatici e asciugatori di lacrime e riscaldatori di brividi e baciatori di spalle. Mi ricordo di me e di tutti quei gatti, di tutti quei sabati nella tana. Che poi, alla fine, la chiamo tana perchè mi sentivo al sicuro, ma la scrittura è sempre stata e sarà il posto più all'aperto del mondo, più del deserto, più delle cascate, più del cielo, dove tutto è così naturalmente ai quattro venti. 
"Ai quattro venti...?" . Torno a studiare va'. 

5 commenti:

amanda ha detto...

non è male nella tana, ma pure gli ospedali sono pieni di storie ed a guardare bene ci sono bellissimi racconti anche negli squallidi ambulatori di base, basta avere occhi, orecchie, cuore e saper farle scorrere da dentro a fuori, dar loro forma e direzione su un foglio di carta

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Si hai ragione :-) :-)

A. ha detto...

Zio Scriba ha detto...

Non so se scoverai questo commento a un post così vecchio (e così bello), ma voglio mandarti una Carezza NON automatica in cambio del Brivido che mi hai regalato.
Studia pure quanto devi e quanto vuoi, ma non dimenticarti MAI di questo Dono che ti è stato dato.
Ciao! :)

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

grazie <3