02/08/14

Avventure di un Felicitiere - Ora arriva e lo salva

di Cristina Taliento


(Baby portrait, Carel Willink)


Aveva già fatto quel sogno tre volte. La quarta scese dal letto, infilò la vestaglia con fare risoluto e, dopo aver trovato nella penombra il taccuino rosso, andò in cucina per scrivere ogni cosa. Il Felicitiere, seduto alle cinque e venti del mattino, due ore prima di entrare in servizio, si chiese per un attimo se non fosse stato meglio cercare di riprendere sonno. E mentre la sua coscienza se lo chiedeva ancora, il suo inconscio la faceva alzare per preparare il caffè e svegliarla del tutto. Accese la tv. Guerra, centocinquanta morti a Gaza, strinse le labbra. Aprì la finestra, ancora buio. Il Pastore Tedesco dormiva nel camino spento. Era estate.
Mentre cercava di ricostruire il sogno nella sua mente, disegnava distrattamente un divano: linee dritte e sovrapposte delimitavano uno spazio squadrato, ma smussato agli angoli. Suo padre faceva l'architetto. 

Uscì.

La strada che dalla sua casa portava al porto era avvolta da una nebbia calda che sembrava appartenere a un'altra stagione. Questo era stato da sempre l'effetto che le faceva l'alba. I pescatori tornavano dalla pesca notturna. Il Felicitiere vi intravide il vecchio Poggio da sopra il peschereccio rosso mattone.  
"Buongiorno" gridò dal molo.
"Salve, buongiorno! Ci imbarchiamo di lunedì mattina, dottore?" 
"Ancora no, signore!"
"Ah-ah-ah e che ci fate qui?" rise il pescatore.
"Niente" gridò il Felicitiere da venti metri di distanza e in mezzo il mare.
"Non è pericoloso per una ragazza venire fin quaggiù a quest'oraaaa?" 
"Non ho sentito, parla più forteeee"  
"Aspettami giùùù"

Era il fratello di suo nonno. Aveva fatto la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1974 aveva pubblicato un libro intitolato "Le rondini cieche", premio Mercatino dell'anno successivo. Era una raccolta di lettere di guerra, alcune vere, altre inventate. 
"C'è questo giro sul Mediterraneo, grande giro di pesca, due settimane- iniziò a dire Poggio mentre le veniva incontro- Tutti quanti presi nell'organizzarlo, sapessi che frenesia. Quando poi si mettono soldi in palio anche la formica più timida diventa un toro competitivo. Stessa cosa per Luciano. Lo conosci Luciano, no? Ha avuto un infarto due anni fa e sua moglie se la prende con me perchè dice che sono io a coinvolgerlo in queste ragazzate. Invece, se non venisse, mi farebbe un gran piacere, ma proprio grosso, almeno non dovrei preoccuparmi di ogni suo minimo malessere. Io confondo il mal di mare con i sintomi dell'infarto, che diavolo ne so io di quella roba. E insomma, stiamo cercando un medico che faccia parte dell' equipaggio. Aspettiamo risposte dall'Unione dei Pescatori, ma io ho chiesto a te, se te la senti"
"Non lo so, zio, vediamo. Dovrei farlo in periodo di ferie, vediamo".
"Vabbè, io te l'ho chiesto"

Ci fu un momento di pausa.
"Beh? Parla. Perchè sei qui? Hai materiale da romanzo?"
"No, solo un sogno"
"Bah, magari possiamo cavarci qualcosa. Dell'ultima storiella che mi hai raccontato ci ho scritto una novella per il giornale del paese, un progetto casereccio pieno di barzellette, proverbi, non ti immaginare chissà che. Poi te ne do una copia. Ce l'ho in barca, ricordami di dartela" disse infilandosi gli occhiali da vista per sentire meglio.
"Questo sogno... non so nemmeno se valga qualcosa"
"Te lo ricordi bene?"
"Più o meno"
"Vuoi un caffè?"
"Diluito?"
"No"
"Va bene".

La torre dei pescatori era in realtà una specie di faro troncato a metà altezza con le ampie vetrate e il tetto di plexiglas dietro cui si potevano vedere i gabbiani. All'interno c'era un bar, dove ognuno provvedeva a servirsi da solo. Le sedie erano di legno, dipinte di vernice verde. Il pavimento era fatto di piastrelle bianche con disegni blu. Il Felicitiere, ogni volta che entrava in quel posto, si ricordava come in una raffica di vento, del mercato dei fiori. Entrambi erano luoghi chiusi che avevano l'anima di un luogo aperto.
"Zucchero di canna o dietetico?"
"Normale, grazie"
"Avanti, narra!" la incalzò il vecchio sgranando gli occhi.
Il Felicitiere aprì le mani per scusare in anticipo una storia carente d'avventura.
"C'è un bambino. Otto anni, quell'età, si. E questo bambino sta guardando un film con un adulto un po' distratto che potrebbe essere sua madre o la sua baby-sitter, non ha importanza credo. Insomma, sono lì a guardare questo film. Sai, quelli che danno il sabato pomeriggio al posto del palinsesto feriale, hai presente, no?"
"Si"
"Ma mentre il bambino è in piedi con gli occhi squillanti puntati sullo schermo, l'adulto sonnecchia con la mano penzolante fuori dal divano. Ha ancora il pranzo sullo stomaco e poi per la stanza c'è ancora quell'odore di cucinato. Per farla breve, l'adulto vuole solo riposare in pace".
Il Felicitiere si fermò un momento per aprire la bustina dello zucchero. Ne versò il contenuto e prese il cucchiaino per girare. Poi si alzò gli occhiali dal naso e continuò.
"Ci sono alcune cose che non si riescono proprio a capire di questo sogno, ma di sicuro il bambino ha già visto il film, anzi è uno dei suoi preferiti, conosce le battute a memoria e si entusiasma talmente tanto che vuole a tutti costi coinvolgere l'adulto, il quale, beh, come ti ho già detto, non ci tiene poi molto. Quindi, a tratti lo prende per un braccio, ad esempio, e gli dice..."
La cameriera fece cadere a terra delle tazzine. Il vecchio e il Felicitiere si girarono a guardare.
"...e e gli dice, cioè il bambino dice: guarda ora! guarda! ora arriva e lo salva, ora arriva e lo salva!. L'adulto solleva appena la testa appoggiata sulla spalla e annuisce a occhi chiusi, giusto per dare soddisfazione al bambino. Il bambino, comunque, non si dà pace, è su di giri, vuole che l'adulto guardi la scena di quel film. Ora arriva e lo salva, continua a ripetere senza respirare".
"Che rompiscatole" commentò il pescatore bevendo l'ultimo sorso del suo caffè.
"Un po' si. Infatti l'adulto, a un certo punto, rimanda i suoi piani di un sonno tranquillo, si stiracchia e sbadigliando chiede: chi dei due personaggi è in pericolo? Il bambino, si gira un attimo senza capire. Nessuno, dice alzando le spalle"
"Aha" fece il vecchio mentre ascoltava.
"Allora, uno dei due è malato, afferma l'adulto. Malato? No no, risponde il bambino. Beh, allora, bambino- dice all'incirca l'adulto per metà curioso e per metà spazientito- perchè uno dei due ha bisogno di essere salvato?"
"Già, perchè?"
"Perchè è triste, risponde il bambino nel sogno".
"Ah. Finisce così?"
"No, finisce che il bambino indica il personaggio con l'armatura e dice: questo è il guerriero super forte! E l'adulto, senza capire, dice: ora il guerriero va e lo salva!. Così, un attimo prima di svegliarmi, il bambino dice ridendo: Ma no, è il contrario! Quest'altro qui salva il guerriero". 










2 commenti:

amanda ha detto...

come sempre il bambino ha compreso molto di più della mera apparenza

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

:)