22/08/13

I muri

di Cristina Taliento

A volte penso che la mia scrittura abbia muri alti sei metri e io, invece di sfidarli, mi metto a giocare nell'ombra che fanno. I miei personaggi sono codardi e si nascondono, amano e dicono di non amare, vogliono essere tutto l'infinito afferrabile, ma poi finisce che se ne vanno sempre e io li vedo allontanarsi di spalle. Che cosa ci sia dietro quelle spalle, non lo so e una cosa che non posso immaginare, è una cosa che sto guardando controluce, come se non potessi vederla mai nitida o, nel mio caso, descrivibile.
Le storie sono, per me, allergie di primavera. Mi arrossano gli occhi, mi corteggiano il naso con uno starnuto che non viene, un pianto che rimane lì attaccato. Mancanza di talento, Taliento. In questi casi c'è poco da fare. 
Forse dovrei davvero andare in una tabaccheria. Comprarmi un pacchetto di sigarette. Fumarmele una ad una come gli scrittori di New York. Dimenticare gli effetti della nicotina. Forse dovrei smetterla di rompermi le palle da sola. 
Il mio stile di scrittura è quello di una ragazza seduta sui gradini della casa di sua nonna mentre guarda gli altri passare. Dovrei fischiarli da dietro quei passanti, gridare a pieni polmoni "ehi tu senza la maglietta!". 
Ah-ah-ah, ehi tu, si tu, senza la maglietta, dico a te! 
Ma lo stile, qualcuno ha detto, è la verità che uno si porta dietro. Nella mia verità, nessuno gira a torso nudo. Io, forse, scrivo come se non volessi togliere la maglietta a nessuno. E cullare le coscienze con quello che tutti già sanno.

4 commenti:

amanda ha detto...

non è detto che non si possa sapere molto di una persona o di un personaggio dalla maglitta che indossa, da come la indossa, dal colore che ha scelto, se segue il suo istinto scegliendo i vestiti o se si conforma alle masse, se si mette un golf perché ha freddo o se non lo indossa anche se ha freddo perché il calendario segna il 23 di agosto ed il 23 di agosto sta scritto che è estate. Insomma lascia che arrivino e che si presentino per come sono, da qualche parte ti accompagneranno, sarebbe peggio se non venissero a trovarti affatto, con la maglietta o senza

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

grazie :) :)

Anonimo ha detto...

Sono sempre i talenti migliori che dubitano, che si sminuiscono, che pensano di non valere, che si imbattono in frustrazioni, che hanno bisogno di mettersi continuamente in discussione, che in sostanza hanno nel dna la continua necessità di migliorarsi e perfezionarsi.
Tu a mio modesto parere sei uno di quelli, e per quanto il mio giudizio sia da profana, trovo bellissimi i tuoi racconti.
Continua nella tua corsa e vivi dei tuoi dubbi senza paure.
Un abbraccio

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Ciao! Ti ringrazio molto :) mi ricorderò di questo nelle giornate brutte, grazie!