...e la musica di chi vorrà
(Coffee and donut, Ralph Goings, oil on canvas, 2005)
La prima è la terra, da quando sono nata,
verde e bruna, pianura del Sud,
scarpa comoda in mezzo alla pietra,
statue di santi,
fumo nei campi.
La seconda mio nonno, seduto di lato,
in silenzio nel suono,
mi guarda, non dice, sorride,
già sa il futuro,
chi sono- sarò.
La terza sono le guerre, le Torri Gemelle,
il fazzoletto bianco lanciato nell'urlo,
che muto rallenta nell'aria,
dall'ultimo piano, s'adagia
sui corpi, le fiamme.
La quarta un pastore tedesco nero dorato,
con in bocca il vestito
di quand'ero bambina,
si acquatta,
mi aspetta.
La quinta è lo scheletro nella penombra,
arti sottili, verità relativa,
tra le falangi un cucchiaio d'argento,
riempito d'antibiotico
bianco, un po' rosa.
La sesta la scrittura digrignata,
tritata nel chiostro e uccisa,
sofferta, desiderata,
e, per amore poi,
tradita.
La settima è semiluna notturna,
che illumina i quadri nel pozzo,
distacca la tinta dalla tela,
fa ballare le figure,
-nude- nell'acqua.
L'ottava sono il sangue e la linfa,
caldi come la carne,
liquidi come le lacrime,
chiusi nei ricami delle vene,
vivi! Vivi!
La nona è l'azione, sopra ogni cosa,
che corre, si ferma, si dona
brilla nei piedi,
colora le foglie,
gialle d'autunno.
L'ultima le cose lasciate andare,
gli stormi che migrano nel cielo,
le barche lontane dal porto,
le rughe,
la mia gioventù...
con in bocca il vestito
di quand'ero bambina,
si acquatta,
mi aspetta.
La quinta è lo scheletro nella penombra,
arti sottili, verità relativa,
tra le falangi un cucchiaio d'argento,
riempito d'antibiotico
bianco, un po' rosa.
La sesta la scrittura digrignata,
tritata nel chiostro e uccisa,
sofferta, desiderata,
e, per amore poi,
tradita.
La settima è semiluna notturna,
che illumina i quadri nel pozzo,
distacca la tinta dalla tela,
fa ballare le figure,
-nude- nell'acqua.
L'ottava sono il sangue e la linfa,
caldi come la carne,
liquidi come le lacrime,
chiusi nei ricami delle vene,
vivi! Vivi!
La nona è l'azione, sopra ogni cosa,
che corre, si ferma, si dona
brilla nei piedi,
colora le foglie,
gialle d'autunno.
L'ultima le cose lasciate andare,
gli stormi che migrano nel cielo,
le barche lontane dal porto,
le rughe,
la mia gioventù...
4 commenti:
Complimenti.
non lasciarla andare, trattienila ancora un poco, è una di quelle cattedrali sulle cui fondamenta si può ricostruire per secoli
Ti ringrazio molto...
@Amanda: finchè vivrò :) grazie per essere passata, apprezzo apprezzo
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