10/04/11

L'adolescente arrogante

di Cristina Taliento
(Jean-Baptiste Greuze, Un écolier endormi sur son livre, 1755, oil on canvas, 65 x 64 cm)

Correva giù per la collina sparpagliando le braccia tra le piante alte e inforcava la bicicletta di ferro senza fermarsi per prendere fiato. Poi pedalava incontro alle rondini, incontro al tramonto, sprezzante per quei fasulli carpe diem professati, non da lei assolti, durante le lezioni di vita del "Santo Compendio di Esistenza e Asinità". C'era qualcosa nel suo animo che potremmo definire come un'avversione verso le regole del Vero, una spregiudicata riluttanza a comprendere le convenzioni, le dottrine filosofiche. Era come se una sagoma nera di dubbio la prendesse tutte le volte per la giacca con l'intento di scompigliarle i capelli a dimostrazione del fatto che ordine e rigore non erano parole da scriversi, escludersi del tutto. Si fermava sotto un albero di Giuda come un poeta romantico, pur aborrendo il Romanticismo e le correnti letterarie, e si stringeva le tempie chiedendosi se fosse giusto rinnegare il sentimento, se fosse giusto disertare la scuola per leggere libri che altrimenti non avrebbe mai letto, ma che avrebbe tuttavia finito e poi gettato al fiume nell'esplosione di un ghigno di assoluto non rispetto verso l'autore. Arrancava, non parlava, fino alla casa del glicine selvaggio e lì bussava alla porta dell'acclamato pittore. Quello apriva, non derideva, tutt'al più prendeva zitto quei fogli scribacchiati che lei gli porgeva e senza dire una parola quella si voltava e se ne andava col ginocchio destro traballante e l'animo preso da scosse. Sul sentiero che portava all'alveare sputava critiche verso gli esseri viventi, ma, sebbene si sforzasse, non riusciva ad inventare soluzioni ai problemi e dunque soffriva, si contorceva nei pensieri convulsi del suo cervello, ma continuava a camminare assente e, dopotutto, indifferente a quel tetano che la atterriva. A dire la verità, quell'andare furibondo senza meta era uno dei tanti modi per evitare la scrittura che secondo lei era causa di tutti i suoi morbi e malanni. Faceva tutto questo per evitare, mai più provare, quel suo strisciare silenzioso verso lo scrittoio, quell'impugnare languidamente la stilografica, quel sudato svisceramento dei pensieri che una volta fuori dalla sua testa, rischiarati dalla lampada, diventavano specchi di verità infinita, vermi illegittimi la cui esistenza disturbava il tatto del lettore cosiddetto coscienza. Era convinta che la scrittura, quella sventurata ossessione, l'avrebbe costretta a vagare per le campagne come una fuorilegge, un'assassina, una specie di Jessie James al femminile. "Mani in alto"-avrebbero gridato i gendarmi a cavallo vedendola dormire nell'erba. "Mani in alto, ragazzina! Getti a terra la baionetta; noi qui la condanniamo per aver ucciso con la sua scellerata, nonchè indecente, arroganza la sacra logica della ragione!".

4 commenti:

Unknown ha detto...

Commento poco perché ho poco tempo e perché ho paura che tu possa venire a leggere il mio bloggerucolo spontaneo stile Kerouack ( per il quale ho anche notato che condividiamo la passione) e giudicare il mio stile di scrittura attraverso quello...Ne ho davvero paura, forse a causa della povera anima ARROGANTE e frustrata...

Io amo ufficialmente questo racconto ( che non è un racconto ma è un po' tutto).
Un abbraccione ^-^

Adriano Maini ha detto...

E' come se scrivessi un romanzo, perfetto specchio della tua poetica, di cui si é già parlato, a questo punto ...

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

@Fabio(giusto?): Ehi ciao, grazie per aver letto e se ti è piaciuto sono contenta, se poi ti ci sei anche rispecchiato attento perchè potrei montarmi e diventare tutta muscoli e niente cervello XD I tuoi scritti sono più veri dei miei, complimenti!

@Adriano: sempre un piacere leggere i suoi commenti, grazie :-)

Unknown ha detto...

Ti rispondo sia perché meriti sia perché mi diverto un mondo ad intasare l'area commenti XD

Certo che mi è piaciuto! La tua prosa è un commisto perfetto tra poetica e simbolismo della parola, tende i pensieri ma non li rivela immediatamente. E' una continua analisi dell'esistenza portata avanti in termini un po' Rimbaudiani ( evvai con le analisi ampollose XD): fatti di viaggi e splendide retoriche, di attenta ricerca dei termini che MAI sfocia nell'eccesso...sei MOLTO brava secondo me, ma MOLTO.

Non merito il tuo complimento semplicemente perché i miei non sono propriamente "scritti", sono sfoghi, VERI per questo, e non per scelta volontaria. Quando scrivo in quel blog non punto alla correttezza sintattica né alla bellezza dei periodi, non penso neanche a quello che sto sputando via...tiro fuori e basta, quindi può risultarne della roba ( notare con che disprezzo la definisco) artisicamente brutta,anche se umanamente apprezzabile ( forse). Grazie in ogni caso, da parte tua è un gran complimento ^-^

Continuo a pensare che abbiamo passioni letterarie praticamente parallele XD e scusami se sono così prolisso XD