di Cristina Taliento
Brindo. A questo vuoto dei giorni che furono e che mai saranno. A questa assurda convinzione di morire a 27 anni, che mi spinge a fare di meglio. A questo libro di Voltaire capovolto sul pavimento insieme ai calzini e alle scarpe abbandonate della vita incerta. A queste immagini sulle pareti che in giorni passati io avevo eletto miei personali, santissimi, idoli, peccatori e che adesso non sono che carta, bucata, fallita, nel buio scomposta come pioggia gelata di fine dicembre. A questa domanda, “tu dove stai?”, che non accetta risposte da preti, né cartomanti, amanti, romantici consolatori, bugiarde carezze sulle spalle. A questo cielo sotto cui camminiamo senza parlare quasi come spaventati dal suono della nostre voci che non ci confermano la nostra esistenza, ma ci rendono schiavi della nostra percezione superficiale come se un suono a noi familiare possa rendere certo ed indiscutibile, nonché privo di dubbio, questo respirare, questo cuore che esce e poi ritorna, questi capelli che crescono, queste cellule che seccano come cespugli di rose. Eppure c’è questo grido sommesso che mi supplica di non avere fretta, presupponendo in qualche modo una mia capacità ad invertire le stagioni della ragione, come se io, piccola me, potessi porre un limite alla mia confusione, come se io, debole me, potessi offrire qualcosa di più di un sorriso, come se io, impacciata me, potessi tendere la mano tremante all’infinito. Ma la tensione dei miei muscoli si accorcia e si annienta davanti ad una prospettiva di eterna continuità come se non fossi stata concepita per comprendere il vero ed allora cado, nuda di quelle pretese, e affondo gli occhi nelle ginocchia ed ho il vago sentore che anche la ricerca della verità non sia che un falso pretesto, un gioco bizzarro, una scusa, un modo curioso per vivere e tacere pensando che pur esiste una ragione, che pur esiste il senso di tutto. Le nostre paure scacciate dalle ambizioni, i nostri dubbi spazzati dalle vanità, le nostre domande soffocate dalla quotidianità. Questo vivere e vivere e correre e saltare e salire sui treni e pisciare e dormire, masticare, tossire, lenire, curare, idratare, sta schiacciando il mio più grande e vitale “non so”, la cui scomparsa, in verità, potrebbe allettarmi le giornate, tuttavia velerebbe per sempre i miei occhi da quel tessuto grezzo che è la rassegnazione, la sconfitta e la malinconia di un giorno di maggio passato al lago a pescare.
6 commenti:
perchè 27? perchè "dove stai" e non "come stai"? perchè privarsi dei dubbi?
Come diceva John, giusto 30 anni fa:Life is just what happens to you
while your busy making other plans
io sto in belgio
e sono sopravvissuto ai 27 anni
E' che un vero dialogo so farlo solo di persona ... Ad ogni modo, penso che tu abbia in te il coraggio di una reazione positiva.
A volte sei spiazzante, sai? (E' al tempo stesso un dolce rimprovero e un burbero complimento!) Non si capisce se il tuo è un gioco, esercizio di stile, citazione, ricalco (cioè non lo capisco io, nella mia immensa ignoranza) o se è davvero una disperata invocazione d'aiuto, un s.o.s. esistenziale. Probabilmente, come spesso accade agli artisti e alle persone sensibili, entrambe le cose. Vorrei dirti "Conta su di me", ma temo di poter trovare la porta chiusa in quanto "romantico consolatore" (in compenso non sono, per mia fortuna, né bugiardo né prete... :D)
p.s. sdrammatizziamo con una cosa futile (ma tanto futile, dovevo chiamarlo f.s., futil scriptum, e me ne scuso in anticipo): da bravo blogger "collezionista di faccine", mi sono imbattuto nel bel rosa dei flamenchi fra i sostenitori di vari blog, e sono tanto triste perché a me invece non hai ancora ricambiato il sostegno (lacrimuccia da impostore, per farti sorridere) :-(
:-))))
Buonanotte!
Ragazzi, amici, vi tranquillizzo dicendovi che su questo blog vedrete soltanto esercizi di stile, per i miei sentimenti ho il diario, che mi subisce da un sacco di anni, appunto!
Quindi tutto quello che troverete qui non è da collegarsi alla mia persona (eh che paroloni), ma è il frutto di un'alta capacità di immedesimazione (modesta...) XDDD vi voglio bene :)
Il tuo commento finale rassicura me e gli altri lettori sulla tua vita.
Il fatto è che i tuoi "esercizi di stile" sono coinvolgenti e avvolgenti, ti prendono dall'inizio e non ti mollano che alla fine, tenendoti comunque sempre legato.
Forse mi troverai monotono, ma ancora una volta di dico: "brava!"
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