di Cristina Taliento
Domani è il mio 16° compleanno.
Tic tac tic tac tic tac.
Sentilo
il tempo che passa
Pendolo, di panna la torta
"sa dire papà"
Peter Pan, pardon? pa pa pa
Ieri era il mio 5° compleanno
Sorridi
auguri, che tu abbia fortuna
Spegni la luce, soffia
eccola, ne manca una
"ho riempito una mano, nonno"
solo l'altro giorno
ti voglio bene nonno...
Non essere codarda
la vita è una corda
Saltala
Appieda, poi ricorda.
Avrò paura, timore
del clamore
nello scorrere delle ore
Avrò sete, Lete
Goethe, attese
arrivi, partenze
turni regalati e penitenze
Non essere codarda
la vita è una corda
Op Op Op
Opera, Obama, ama
acclama, anima
immagina, sollecita la
fantasia come sai fare
mare, cadere.
Anche
cadi, rialzati
sospira, riprendi
la forza che hai
Sono 16 non più otto
spezza il biscotto
credici al messaggio
o ridici su
Salta la corda
Ballaci su
La bambina della foto
sopra la torta con il 3
sembra aver capito
della vita il suo saltare
con quell'occhio
saggio e rassicurante
Quella sei tu
fidati di lei,
non è un'altra
è dentro di te
salta la corda
ballaci su
Scrivere fu il suo unico modo di allenare il metacarpo e tutte quelle falangi
22/11/09
18/11/09
Ahahahaahahaha
di Cristina Taliento
Ho letto che ridere fa bene; ho letto che con la risata i battiti aumentano e l'organismo (nome molto generico, lo ammetto) rilascia delle non-mi-chiedete-cosa, che, a quanto pare, hanno buoni effetti sull'... organismo (appunto). Leggo molto, io... e cosa importante, credo alle cose scritte come se il fatto che siano state scritte mi assicurasse almeno una conoscenza della scrittura da parte di chi abbia deciso di metterle su carta (chi mi assicura, invece, che i geni della televisione sappiano scrivere in italiano decente?).
Allora, dopo aver girato la testa indifferente per controllare se ci fosse qualcuno, e accertata la mia condizione di solitudine, ho distolto lo sguardo dalla rivista, guardando nel vuoto e ho iniziato a ridere, ma di una risata falsa come nei film di quelle bambine di colleggi con un'infanzia schifa alle spalle che, avendo dimenticato come si ride, emettevano strani suoni gutturali.
Non so per quanto tempo avrei continuato con quella preoccupante dimostrazione di rimbecillimento post traumatico, perchè è entarato qualcuno e mi sono salite le vere risate, ma di quelle brutte! Sono scappata via ridendo in un misto di auto-commiserazione. Mi sono fatta paura...ma al diavolo! Ridiamoci su!
Ho letto che ridere fa bene; ho letto che con la risata i battiti aumentano e l'organismo (nome molto generico, lo ammetto) rilascia delle non-mi-chiedete-cosa, che, a quanto pare, hanno buoni effetti sull'... organismo (appunto). Leggo molto, io... e cosa importante, credo alle cose scritte come se il fatto che siano state scritte mi assicurasse almeno una conoscenza della scrittura da parte di chi abbia deciso di metterle su carta (chi mi assicura, invece, che i geni della televisione sappiano scrivere in italiano decente?).
Allora, dopo aver girato la testa indifferente per controllare se ci fosse qualcuno, e accertata la mia condizione di solitudine, ho distolto lo sguardo dalla rivista, guardando nel vuoto e ho iniziato a ridere, ma di una risata falsa come nei film di quelle bambine di colleggi con un'infanzia schifa alle spalle che, avendo dimenticato come si ride, emettevano strani suoni gutturali.
Non so per quanto tempo avrei continuato con quella preoccupante dimostrazione di rimbecillimento post traumatico, perchè è entarato qualcuno e mi sono salite le vere risate, ma di quelle brutte! Sono scappata via ridendo in un misto di auto-commiserazione. Mi sono fatta paura...ma al diavolo! Ridiamoci su!
09/11/09
Si, per l'eternità... ma non un secondo di più
di Cristina Taliento
In classe, dal mio banco, si riesce a vedere fuori dalla finestra e io, nei momenti in cui mi accorgo del lento passare del tempo, lancio lo sguardo aldilà della strada dove c'è un muro vecchio e scalcinato. Aspetto che le auto scorrano, lasciando ben visibile la scritta rossa che contrasta la natura così visibilmente precaria del muro: "il nostro amore è per sempre". Chi l'ha scritta forse aveve le idee più chiare delle mie sul vero significato di "per sempre" e magari, se lo conoscessi, ne approfitterei per chiedere informazioni, ma non è così e come al solito... devo arrangiarmi da sola.
Dunque, apriamo sul tavolo il materiale a disposizione fino ad ora raccolto, lente d'ingrandmento nella mano destra e speriamo, anche questa volta, di trarre delle conclusioni soddisfacenti.
Lo slogan del Trilogy: "un diamante è per sempre"; pagine di diario scarabocchiate di "X SMP"; il giovane Peter Pan? Per sempre, ovvio. Quel "vissero felici e contenti" è così indeterminato e infinito che sembrerebbe sia quasi...per sempre; l'Universo è per sempre; un sorriso è per sempre; la gloria è, dopo l'ultimo agonizzante minuto della fine, per sempre.
"Per sempre" , quindi, ha l'aria di essere una cosa bella, qualcosa che non muore, qualcosa che resta nonostante tutto, ma allora perchè, a me, sembra una ghigliottina, un pezzo di scotch da imballaggio che preme sulle labbra o un grosso signore baffuto che mi autorizza ad entrare in un posto (s)conosciuto già a memoria? "Per sempre", in effetti, è un posto arioso, ma, allora, da dove viene tutto questa claustrofobia, questo desiderio di sbattere contro le pareti di vetro, gridando: "Fatemi uscire! Per favore, aiuto, fatemi uscire!!"?. Siamo stati abituati all'idea, tutti quanti, che ogni cosa ha un inizio ed una fine, non per niente siamo a conoscenza che: i cuori si fermano, i pianeti smettono di girare, i muri crollano, i sentimenti si dimenticano, i fiori appassiscono, le stelle si spengono, i cellulari si rompono, i rifiuti si degradano, le pagine si sgretolano, i diamanti... beh... sinceramente non lo so che fine faranno i diamanti! In un mondo dove tutto ha già un destino prescritto la parola "per sempre" dovrebbe essere un alito di magia, una specie di pompiere che, dall'alto, ti getta una corda e ti grida: "Su, aggrappati!". Ma, ci deve essere anche una forza contrastante, opposta all'immortalità, che mi impedirà di afferrare la corda. La vita, la realtà, non è la Saga di Twilight, dove i protagonisti camminano per mano verso l'eternità e, che ci piaccia o no, niente è eterno all'infuori dell'Eterno stesso. Anche i sentimenti di amore e amicizia, che ci ostiniamo a dichiare "per sempre" si spegneranno con noi, ma questo non è una catastrofe, nè ci deve fare stizzire: sapere che c'è una fine rende più sensazionale l'intera durata di un qualcosa.
Mentre distolgo lo sguardo dalla finestra penso ad una frase del film Saturno Contro (F. Ozpeteck-Ita, 2006) ," Ci sono momenti come questo in cui riesco a sentirmi felice. Voglio che rimanga tutto così per sempre. Anche se so che per sempre non esiste ".
In classe, dal mio banco, si riesce a vedere fuori dalla finestra e io, nei momenti in cui mi accorgo del lento passare del tempo, lancio lo sguardo aldilà della strada dove c'è un muro vecchio e scalcinato. Aspetto che le auto scorrano, lasciando ben visibile la scritta rossa che contrasta la natura così visibilmente precaria del muro: "il nostro amore è per sempre". Chi l'ha scritta forse aveve le idee più chiare delle mie sul vero significato di "per sempre" e magari, se lo conoscessi, ne approfitterei per chiedere informazioni, ma non è così e come al solito... devo arrangiarmi da sola.
Dunque, apriamo sul tavolo il materiale a disposizione fino ad ora raccolto, lente d'ingrandmento nella mano destra e speriamo, anche questa volta, di trarre delle conclusioni soddisfacenti.
Lo slogan del Trilogy: "un diamante è per sempre"; pagine di diario scarabocchiate di "X SMP"; il giovane Peter Pan? Per sempre, ovvio. Quel "vissero felici e contenti" è così indeterminato e infinito che sembrerebbe sia quasi...per sempre; l'Universo è per sempre; un sorriso è per sempre; la gloria è, dopo l'ultimo agonizzante minuto della fine, per sempre.
"Per sempre" , quindi, ha l'aria di essere una cosa bella, qualcosa che non muore, qualcosa che resta nonostante tutto, ma allora perchè, a me, sembra una ghigliottina, un pezzo di scotch da imballaggio che preme sulle labbra o un grosso signore baffuto che mi autorizza ad entrare in un posto (s)conosciuto già a memoria? "Per sempre", in effetti, è un posto arioso, ma, allora, da dove viene tutto questa claustrofobia, questo desiderio di sbattere contro le pareti di vetro, gridando: "Fatemi uscire! Per favore, aiuto, fatemi uscire!!"?. Siamo stati abituati all'idea, tutti quanti, che ogni cosa ha un inizio ed una fine, non per niente siamo a conoscenza che: i cuori si fermano, i pianeti smettono di girare, i muri crollano, i sentimenti si dimenticano, i fiori appassiscono, le stelle si spengono, i cellulari si rompono, i rifiuti si degradano, le pagine si sgretolano, i diamanti... beh... sinceramente non lo so che fine faranno i diamanti! In un mondo dove tutto ha già un destino prescritto la parola "per sempre" dovrebbe essere un alito di magia, una specie di pompiere che, dall'alto, ti getta una corda e ti grida: "Su, aggrappati!". Ma, ci deve essere anche una forza contrastante, opposta all'immortalità, che mi impedirà di afferrare la corda. La vita, la realtà, non è la Saga di Twilight, dove i protagonisti camminano per mano verso l'eternità e, che ci piaccia o no, niente è eterno all'infuori dell'Eterno stesso. Anche i sentimenti di amore e amicizia, che ci ostiniamo a dichiare "per sempre" si spegneranno con noi, ma questo non è una catastrofe, nè ci deve fare stizzire: sapere che c'è una fine rende più sensazionale l'intera durata di un qualcosa.
Mentre distolgo lo sguardo dalla finestra penso ad una frase del film Saturno Contro (F. Ozpeteck-Ita, 2006) ," Ci sono momenti come questo in cui riesco a sentirmi felice. Voglio che rimanga tutto così per sempre. Anche se so che per sempre non esiste ".
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