24/12/19

I tuoi polmoni d’acciaio

di Cristina Taliento

Guardare le persone in macchina
dallo specchietto retrovisore
quando sono sole e cantano
tra il buio della sera e il rosso del semaforo.

Ascoltarti mentre parli di tuo padre,
di quando ti chiamava per prendere il telecomando
anche se eri due stanze più lontano
e lui l’aveva sotto al naso.
Il sorriso che fai, la sigaretta che stringi
mentre ti sfiori la fronte e ti manca.

Decidere all’improvviso di tornare a casa
la vigilia di Natale
buttare un paio di scarpe nello zaino,
prendere al volo le chiavi della macchina,
parcheggiare vicino la stazione,
salire sul treno, evaporare nella notte.

Il tuo spirito guardiano che veglia lungo il corridoio,
la forza delle tue braccia a cui non è permesso
ammettere stanchezza e spavento
mentre nella foga di una manciata di secondi
durante un taglio cesareo
estrai il feto che decelera
e lo butti al riparo nella vita.

I miei, i tuoi polmoni d’acciaio che
pranzano con due crackers, sopravvivono ai guai,
si scambiano sguardi complici d’eroi,
non dicono niente, vincono,
sempre vincono, accidenti se vincono,
ma perché cazzo lottano, questo è un problema tutto loro.

Non lo so, forse è per tutte queste cose
che ancora
scrivo.
Ma se dovessi gettare le penne nel fosso,
una volta per tutte,
canterei a squarciagola anch’io.