12/04/15

I giri intorno al campo

di Cristina Taliento




Giò Di Bacco me la sono inventata, ma questo non importa. L'importante è dire che mentre l'alba paffuta muove i fianchi tra i palazzi, lei fa un paio di saltelli sul posto e coi calzini di spugna e i pantaloncini rossi si dice che è ora di iniziare la corsetta. E questo sempre, sole e pioggia, sciopero, febbre, problemi di cuore, noia, ipopotassemia, crampi muscolari. Sempre. Così se, per esempio, quel giorno la città è bloccata dal traffico, tra gli schiamazzi e i clacson famelici, lei pedala in silenzio fino al campo di atletica leggera, poi lega la bici, si cambia le scarpe, annoda i lacci due volte, raddrizza la schiena e lavora sodo. A ventidue anni, lavora sodo. E non è che c'è la guerra o il colera, perchè beh, è il ventunesimo secolo, è l'europa, potrebbe anche prendersela con più calma. Però vuole vincere, lei vuole andare lontano, oppure lo fa soltanto perchè il suo posto è là, a far qualcosa di duro e faticoso, mentre le tv sbrodolano parole sui cervelli della gente, mentre tutti criticano e parlano, parlano, parlano. Si asciuga il sudore in silenzio. E c'è sempre questo silenzio, forte, assordante per tutto il campo, soprattutto dalle tre alle quattro del pomeriggio quando il sole è come se volesse superarla in corsa per gridarle di sedersi un po', magari all'ombra, magari con una di quelle bottigliette fresche di tè al limone. Ma lei sorride tutte le volte che le dicono di rallentare, di stare attenta e non è per maleducazione o per senso di superiorità; senza smettere di correre, con la testa bassa, dice: "non vado poi a questa grande velocità, saranno manco dieci chilometri orari". Il suo cuore batte sempre con lo stesso ritmo da mesi. Ha imparato a non agitarsi più di tanto se in campo entra un cane. Prima, ne aveva paura. Poi, ha cominciato a pensare che finchè fa il suo lavoro, finchè è concentrata sul quarantacinquesimo giro di campo, lei non può essere importunata, morsa, illusa, ferita. Quindi, corre. Ancora corre. E torna a casa, quando è troppo stanca per pensare a tutto quello che sarebbe potuto accadere se, invece di girare in tondo, avesse tirato dritto fino al porto, e poi dal porto alla vita, e dalla vita alle stelle. Così, accende la radio e, di solito, alla terza canzone che passano lei sta già dormendo.
Giulia dice che è una fase. Che la supererà.