05/06/16

Tutta la vita

di Cristina Taliento


Ci potrei mettere tutta la vita per cercare una Voce che arrivi alla gente.
Oppure tutta la vita per fuggire da quella Voce,
facendo orecchio da mercante,
decidendo, alla fine, di non voler comunicare niente.
E che sto bene così, stesa al sole senza parlare.

Ci potrei mettere tutta la vita per capire da che parte stare,
se dalla parte di chi composto sorride
o dalla parte di chi raccoglie le chiavi da terra insieme a quelle altre cose che sono cadute, risponde alle chiamate, si mette in macchina e parte.

Ci potrei mettere tutta la vita
a imparare come si salva una vita,
tutta la vita per imparare a mettere anche un solo punto di sutura,
tutta la vita per abituarmi alla morte,
e tutto questo tempo potrebbe non bastare per mettermi in salvo.

Ci potrei mettere tutta la vita per fermarmi un momento,
fermarmi per davvero, staccare la spina dai pensieri e non tormentare di richieste questo Tempo che vivo.
Ci potrei mettere tutta la vita per convincermi fino in fondo che quel che conta è stare bene, quel che conta è respirare per respirare, essere qui, sentire la tranquillità sulla mia pelle.

Ci potrei mettere tutta la vita per sentirmi davvero dove voglio essere,
nel posto esatto, all'ora giusta, tra tutto quello che sento, quello che ora sono,
e quel momento potrebbe durare un minuto oppure non arrivare mai.

Ci potrei mettere un casino di tempo a volere bene,
volere bene davvero o anche amare,
amare senza trattenere, senza andarmene,
soltanto essere qualcuno con cui fare un giro in Vespa la sera, qualcuno da cui è bello tornare.

Ci potrei mettere tutta la vita a imparare come guardare il mare senza la smania di volerlo conquistare o la paura di annegarci dentro.
Tutta la vita per guardarlo attraverso l'obiettivo decidendo, poi, di non fotografare,
che comunque non è lasciar perdere, né rinunciare, ma semplicemente far crescere le cose come piace a loro,
alla maniera di mio nonno che mi guardava pedalare da lontano in piedi sull'uscio di casa. Sorrideva.

Ci potrei mettere tutta la vita,
tutta la vita senza riserve,
per donare a chiunque io incontri,
senza troppe storie o parole,
una parte di me che non abbia neanche la più piccola sfumatura di una balla.

Ma per adesso resto qui a sentire il rumore del fiume mangiando una barretta di cioccolata,
perché ho ventidue anni e qualcuno ha detto che sono una bambina,
ho famissima e devo studiare un sacco. E dormirei,
dormirei almeno dodici ore.


2 commenti:

amanda ha detto...

non ci riuscirai: né a non voler comunicare niente (non sei capace di non comunicare) né ad abituarti alla morte. Le vite si salvano sa sole, siamo solo un sostegno perché siano in grado di farlo

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

:) grazie doc