15/11/14

Appunti scritti in novembre

di Cristina Taliento

(Blue Eyed Boy, Josh Brand ©2014 DeviantART)

Allucinazioni

Mi trovo al centro del fiume in una barchetta illuminata da due fari da discoteca. Le luci psichedeliche colorano di verde e viola i miei lunghi capelli castani. È autunno inoltrato, ma indosso ancora la maglietta a maniche corte degli Shins e non ho freddo. In mano stringo un bicchiere di vitamina C arancione effervescente. Le bollicine schiumano come un piccolo vulcano dal sapore d'antibiotico. Tre lupi passano in fila lungo l'argine. Mi fanno un cenno col capo. Ricambio.

Fondamenti per essere un esploratore del mondo

Pare che una buona parte delle cose che facciamo per divertirci, per vivere intensamente, porti poi a farci ingrassare, sia illegale, immorale o, ancor peggio, provochi il cancro.

Occhi azzurri

È una strana condanna ritrovare i tuoi occhi azzurri, te, negli occhi azzurri dei passanti. È uno strano stupore rivedere quel colore dentro forme di occhi diversi. Vederti diffratto, scomposto. Sentirti senza tuttavia riuscire a ritrovarti mai. Riuscire a ritrovarti mai più. 

L'ospedale di notte

Dicono che l'ospedale di notte sia un posto complicato, silenzio ovunque e tempi infiniti.  Io non lo so com'è di notte, visto da dentro. Però la sera, quando ci passo accanto sfrecciando  nel  gelo con la mia mountain-bike colorata e lo zaino in spalla, lì, illuminato nel buio, mi sembra soltanto il posto più fantastico del mondo, dove le persone aiutano le persone a salvarsi la vita. È bello, un pensiero banale e io sono troppo giovane.

Il signor ragazzo dottore

E c'era l'altro giorno questo ragazzo che raccontava in ascensore di essere morto dentro quando, dopo aver restituito con gesto atletico la palla a dei ragazzini, si era sentito rispondere da uno di questi: "la ringrazio davvero, signore!". E allora, lui, vicino al campetto del vecchio convento, con le mani nelle tasche del cappotto, alle cinque e cinque del pomeriggio, alla veneranda età di 27 anni, era morto dentro. Proprio così.

Sally e Luca

A quanto pare Luca ha lasciato Sally a colazione perché lui non riusciva a sentire niente più da molto tempo. A quanto pare Sally stava facendo le parole crociate quando lui le l'ha detto. "E Sally che ha fatto poi?". Ha posato la penna accanto al suo cappuccino fumante, l'ha fissato e ha detto: "Scusa". Poi, tempo poche ore e tutte le sue cose compresi i cruciverba e i maglioni di lana extralarge erano spariti con lei. A quanto pare Luca è rimasto seduto un giorno intero al tavolo della cucina. 

05/11/14

Alcuni luoghi

di Cristina Taliento

I giorni dispari, alle sette del mattino, esco di casa per andare a correre. Aziono la musica con una mano mentre con l'altra stringo le chiavi. Non è il massimo dell'organizzazione, ma mi trovo bene così. Nei primi dieci minuti le gambe mi portano via dalla città, o quantomeno più lontano possibile. Arrivo lungo il fiume e continuo con lo stesso ritmo mentre i primi autobus arancioni mi passano a fianco. Alcuni giovani laureati che vanno a lavoro in bicicletta mi sorpassano veloci con i loro impermeabili svolazzanti e li vedo allontanarsi, farsi largo tra gli operai dei cantieri, gli anziani con  il giornale, i gruppi di studenti ancora assonnati fermi sotto le tettoie. Questo sempre. È la rassicurante routine mattiniera del mondo che lascia le coperte e parte. Quota trenta minuti e centocinquanta battiti al minuto, giro a destra e percorro il ponte. Con parsimonia volto la testa per lasciare che la vista di quel quadro di un fiume all'alba mi entri nel cervello, dopo essere stato rimpicciolito e ribaltato dai miei occhi. Il mio luogo, ho pensato a volte, potrebbe essere questo. Alla fine, è fantastico. Tu vedi il fiume che ti scorre sotto i piedi e ai lati crescono alberi che d'autunno diventano ali di farfalle tutte diverse. C'è talmente tanta bellezza che potresti rimanere lì per sempre e morire con l'idea di non aver colto, contemplato, compreso abbastanza. La Bellezza è così, la senti sempre un po' lontana. E quando la avvicini, finisce che ne trovi i difetti. Forse è anche per questo che il mio luogo si trova un paio di chilometri più avanti, dopo una specie di parco con le altalene. Prima di arrivare ci sono tre guardiani fissi che non mancano mai. Il primo è una signora con un barboncino grigio. Il secondo un signore che spazza via dal marciapiede le foglie cadute e quando mi vede si ferma per non impolverarmi e io ogni volta lo ringrazio. Il terzo è un ragazzino dagli occhi puri fermo ad aspettare. Secondo me, l'autobus.
Non penso a loro finché non li vedo, ma tutte le volte che li vedo penso "ah già" e magari se non ci fossero, poi, lo noterei. Io, per loro, invece, sarò quella che corre. Magari hanno notato che i giorni pari io non ci sono. Mentre loro penso di si. Oppure no? Va be'.
Comunque. Passati i tre guardiani, accelero. L'ora di punta, il traffico, lo smog si avvicinano, mi inseguono. Se non aumento  la velocità mi prenderanno.  E poi posso pure andare in anaerobiosi, tanto chi se ne frega, tra due minuti arrivo al mio luogo e lì sono salva. Il mio luogo... se paragonato al ponte sul fiume, non è niente. Anzi, forse non ha nemmeno entità di luogo, non classificato. Come scriveva Melville: "It is not down of any maps. True places never  are". Per farla breve, è la panchina di una  fermata  del bus, ma la cosa strana sta nel fatto che questa panchina qua non guarda verso la strada, come dovrebbe essere, bensì dalla parte opposta, verso un liceo musicale abbandonato con cespugli di rovi e intonaco staccato. Non lo so se è bello dal punto di vista architettonico eccetera, non lo so se è bello in generale. E comunque il liceo è solo un dettaglio del luogo. La cosa più strana è che tu sei tra la vita, ma non ti vedranno perché l'occhio umano non si sofferma sui particolari agli angoli. Tu sei troppo nascosta lì dietro per attirare la loro attenzione. Sei seduta, ma è come se non ci fossi. È come spiare il mondo recitare, osservarlo dietro una tenda e scoprirlo sincero, coerente, lo stesso, insomma, di quando anche tu sei sul palco della vita. Ti accerti che le cose ci sono anche quando non sei in mezzo a tutto. Bah, non è tanto semplice da spiegare.