02/03/13

Descrizioni del suono per non udenti

di Cristina Taliento

QUINTO: BACH, SUITE N. 1 SOL MAGGIORE (Violoncello)



Le tre del pomeriggio di giugno. Gli uccelli si muovono piano sui fili della luce e guardano un gruppo di ragazzi che giocano nel campetto compreso tra i tralicci e gli alberi piantati sul ponte per la tangenziale ovest. Tap tap le All Stars battono sul campo rovente, schivano, volteggiano, prendono l'inclinazione del vento, scivolano, tap, rallentano, di punta aspettano, a tratti tremano. Poi scattano di nuovo. Giocano. Le scarpe avversarie hanno un mezzo sorriso, un baffo, quasi un ghigno: pazienti, cercano la pausa, il punto nel pentagramma, per entrare nella battitura e rubare la palla. Una mano si tiene a terra, trattiene una canottiera. Movimento continuato, si abbassa, si flette, non si spezza. Un muscolo non si contrae se l'altro non si distende. I treni sfrecciano metallici oltre il campetto. Escono dai binari, i vagoni si snodano tra i palazzi, salgono, camminano sulle nuvole, trapassano l'atmosfera, si lanciano nello spazio e poi si gettano di nuovo con paracaduti e arrivano puntuali in stazione. Il murales di Marylin Monroe, dietro la rete,  fa l'occhiolino, manda un bacio fucsia, ma le All Stars non ci pensano, corrono lungo la linea di divisione, staccano, saltano e poi si girano distese, si guardano intorno, accarezzano un polpaccio, una caviglia, ritornano a terra, si piegano, respirano un po'.  Le ragazze, sedute con le spalle al muro, parlano e ridono e si alzano, dicono "lo sai fare questo?". Pirouette. Demi-plié, battment tendu e grand jeté. E uno e due. Piano sale il braccio, poi veloce gira intorno la testa, va indietro, si piega contro il cielo celeste soffiato di nuvole, si flette, lento, lento, lento, poi giù, fende l'aria, si appoggia sull'altra spalla.  E nessuno conta il tempo o i punti persi, le note vanno da sole, ma passano le stagioni, continua il movimento, le piogge coprono la pianura, la città, i palazzi, il campetto, ma le All Stars corrono ancora e saltano tre metri dal suolo, si elevano, si piegano, alzano polvere e terriccio. I calzini bianchi si allungano, le gambe arrivano in alto, suuuuuuuuuu, suuuuuuuuu, i muscoli salgono e poi, canestro.

Foto numero 1 inesistente. Guardo nell'obiettivo; decido di non scattare.

4 commenti:

Tomaso ha detto...

Sai cara Cristina che i tuoi post hanno sempre qualcosa di interessante. Buona giornata amica.
Tomaso

amanda ha detto...

all'inizio non riuscivo proprio a associare le tue immagini alla suite. Quando hai una musica troppo in testa finisce che forse l'hai archiviata con delle immagini tue, come quando vedi un film tratto da un libro che hai amato e proprio non riesci a fartelo piacere; ma poi ho iniziato a vedercele le all star, a sentirle con il loro tap tap e secondo me la foto avresti dovuto scattarla

Adriano Maini ha detto...

Quanti sogni inevasi da All Stars mi sono lasciato alle spalle!

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

@Tom: grazie buona Domenica o quel che ne rimane :)

@Amanda: Bach mi tirerebbe uno scappellotto sulla nuca :)

@Adriano: poveri tendini infiammati:)