05/05/12

La metamorfosi idiota (XV)

di Cristina Taliento
(Rosa La Rouge, Henry de Toulouse-Lautrec, 1886-87 oil on canvas 28 x 18  Barnes Foundation, Pennsylvania)

"Ti devi calcolare prima la derivata" disse il fantasma del medico e l'adolescente annuì guardando il foglio.
"Quella è una composta. No, non così. Dammi". Prese la penna e iniziò a scrivere. "Stai capendo?"
"No"
"Che significa, no. Ci siamo esercitati prima su queste qui, santo ragazzo...". Ma Livia aprì la porta facendola sbattere contro il muro e l'Adolescente alzò la testa stringendo gli occhi per vedere meglio e capì da come si avvicinava allo scrittoio che non dormiva da giorni. Livia prese la calcolatrice e iniziò a premere più e più volte il tasto OFF con nervosismo fino a quando l'Adolescente non bloccò quelle mani con le sue.
Il fantasma aveva indicato severo il quaderno di matematica, ma lui si era voltato verso Livia ed aveva detto: " Ci sono metamorfosi che bruciano nel petto come una febbre squassante; tanto violente da stravolgere tutto in pochi attimi. Crollano quei leggeri muri dell'infanzia, s'incendia nel buio la tua ingenuità e la mattina dopo sei un essere nuovo, lo sconosciuto prodotto di te stesso". Nascose gli occhi che ad un tratto si erano arrossati per quel forte parlare.
"Oppure il cambiamento può essere così costante che non te ne accorgi nemmeno. Le giornate si allungano lentamente e lo fanno pochi secondi ogni giorno e non senti la differenza fino a quando non cambia tutto. Allora accade che un giorno di fine marzo aspetti che il sole tramonti presto come tutti gli altri pomeriggi d'inverno, ma nonostante l'ora quel sole è ancora lì, sfrontato e insolente tra le antenne delle case e tu rimani a fissarlo e ti chiedi cosa sia successo. E non ti domandi se d'ora in avanti la tua vita sarà migliore o peggiore. L'unico pensiero vive in quel raggio di sole che ti asciuga le lacrime e ti toglie il respiro ".

Nessun commento: