03/01/12

La metamorfosi idiota (III)

di Cristina Taliento




(La morte di Chatterton, Henry Wallis, 1856, Londra, Tate Gallery)


L'adolescente si sentì grande d'un tratto e pianse di rabbia coi denti stretti e i pugni chiusi perchè il tempo era passato prima che l'avesse potuto afferrare, atterrare, e con mano d'artiglio graffiare e annusare fino a possederlo del tutto. Si guardava le mani, quelle meschine mani d'adulto, e vedeva il ricordo delle sue piccole impronte che lasciava per gioco sui vetri quando tutti gli altri bambini rincorrevano le lucertole. E dopo aver pianto scopriva ripugnato di aver atteggiato il volto con la stessa espressione della vecchia zia paterna che mai era stata giovane, che mai e per tutti i mai del mondo, si era innamorata. E allora pensò di stare per morire di ogni morte inventata dall'uomo. Si immaginò mentre camminava frettoloso lungo un ponte e un attimo dopo ecco che sulla strada non c'era più perchè era scivolato di sotto. Si vide in quei viottoli scuri delle San Francisco dei film e si vide sparato al petto da un uomo col volto scuro che un attimo prima aveva gridato: "Sarai più morto di James A. Joyce". E lui, teatrale, aveva risposto: "Ecco, sparami! Sparami poichè allora non sarò morto affatto!". Ma vedeva la morte ovunque e ne era ossessionato. Gli sembrava che la realtà fosse un melodrammatico scherzo senza autore dove i personaggi si riducevano alle apparenze e oltre di queste non c'era nient'altro. Rimaneva a fissare contrariato il professore e si borbottava dentro che la cultura e la letteratura servivano soltanto a corrompere l'anima con i pensieri di idioti megalomani a cui un diario privato non bastava. Era nervoso. Nessuno poteva toccarlo. Un suono! Un suono lontano gli faceva battere il cuore e nel buio se ne andava ad appoggiarsi al muro preso dagli incubi irrazionali della sua mente. Talvolta il lago gli restituiva la sua faccia trasformata e gli pareva che la metamorfosi fosse continua e devastante e che persino nell'acqua potesse vedere quei lineamenti infantili perdersi per sempre e piegarsi e allargarsi fino a dissolversi e volare nel vento come cenere. C'era poi un'altra fissazione che era quella per i vecchi. Passava molto tempo con loro più di quanto non lo facesse con i suoi coetanei e frequentava molte case di riposo della zona senza sapere il perchè. Ma la ragione era la sua curiosità nella vita, in quello che la vita lascia quando sta per finire. Per esempio, l'evoluzione di un semplice gesto che il tempo ha migliorato, forse, avvicinato alla perfezione. Quindi studiava quegli atteggiamenti cauti di portare la mano alla fronte, le dita ossute che si appoggiano sul ginocchio, l'annuire paziente e sereno, la luce brillante di follia negli occhi quando i discorsi diventano ricordi e unità infinita. Tuttavia aveva paura di morire vecchio perchè, affascinato dalla Bellezza, voleva vedersi giovane per sempre. Che cos'era la Bellezza? Lui non lo sapeva, ma ogni volta che se la trovava davanti il respiro moriva in lui e desiderava di scappare lontano e correre fino ai boschi del Canada, facendo a nuoto l'oceano per non pensare che in lui, in quel corpo d'adolescente, essa non c'era. E, infine, accadeva spesso di sentirlo gridare di un urlo squassante sopra le colline di santa Giuditta e di vederlo strappare l'erba fino a quando, stanco, si addormentava di un sonno ammalato e umido di lacrime.

3 commenti:

Zio Scriba ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Zio Scriba ha detto...

Che paura, questo maturare-marcire: ho una gran fortuna a essere un Peter Pan, un ragazzino di 44 anni... :)
Devo però aggiungere che, mentre il "diventare adulto" (nel senso in cui lo intende il conformismo oppressivo) mi ripugna, trovo che invece il saper e voler invecchiare sia Saggezza.
Insomma, il mio commento parrà come sempre sconclusionato, autocontraddittorio e senza capo né coda, eppure mi sento di sostenere al tempo stesso queste due cose: evviva gli eterni bambini (nella mente e nell'anima), ma abbasso la stupidità ottusa e sterile da "Forever Young" fisico.
Mò lo pubblico in fretta, amica mia, perché mi sa che se lo rileggo bene lo cancello... :)

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

grazie mille,
io mi sento vecchia, invece, ma non molto saggia. Ho 18 anni e le rughe.

Sto scherzando... :)