08/01/11

La postura del disilluso

di Cristina Taliento

Il mio cane è scappato e sono andata a cercarlo in autostrada. Appena uscita da casa ho visto un cartello dello stop e sopra la parola STOP qualcuno aveva scritto don't e poi sotto 'believing'. Non smettere di credere. Mio Dio. Così mi sono stretta nelle spalle e ho continuato a camminare, mantenendo la destra per non essere investita. Poi ho visto una berlina accartocciata contro un albero e sono andata a vedere che cosa ci fosse dentro. Ho spannato l'umidità dal vetro con la manica della felpa e ho visto un giovane con lo sguardo fisso e la bocca socchiusa. Mi sono accorta che era morto già da qualche ora. E la radio nella macchina era accesa e Jhon Lennon nella radio cantava Let it be, così io l'ho cantata con lui, ma il pianto inghiottiva le parole e mi sono voltata. Ho ripreso a camminare come pioggia, mentre le macchine dai finestrini scuri mi passavano accanto come fruscii di fantasmi. Stavo guardando la campagna dietro il guardrail e ad un tratto, fra gli ulivi, ho visto delle donne vestite di nero che vegliavano su una dozzina di corpi in divisa mimetica. Tutto intorno c'erano dei carri armati con la croce rossa. Mi è sembrato di sentire un suono sommesso di tromba, ma forse mi sbagliavo. Una bandiera tricolore splendeva tra le chiome degli ulivi e un vecchio sputava e strillava: "Treciento, eran treciento! Eran giovani, eran forti e 'mo dormono tra i vermi!". Così mi sono messa il cappuccio della felpa e sono rimasta in piedi a valutare la tenerezza dei miei sogni e l'ingenuità delle mie speranze, mentre le madri si tenevano la fronte con la mano. Poi quel vecchio mi ha detto: "Che poi... l'amore è forte come la violenza". Ho annuito e me ne sono andata senza neanche guardare il tricolore per l'ultima volta.
Dopo ore di cammino sull'autostrada, ho incontrato un autostoppista nero e siccome ero triste mi ha detto: "Ehilà, hai perso qualcuno? Perchè quegli occhi tristi?".
"Non trovo il mio cane" ho risposto io.
L'autostoppista ha preso il Drum dallo zaino e si è costruito una sigaretta. "E come si chiamerebbe 'sto cane?"
"Ice-cream".
"Si chiama Dream?- non sentiva bene- Che bel nome! Dream!"
Io ho scosso la testa, ma lui mi ha bloccato un braccio ed ha esclamato:
"Ho capito! Hai perso i sogni! Sei rimasta delusa!". Io cercavo di dire no, no. Però lui ha continuato:
"Non devi, sai? Non devi proprio! Questa vita è una montagna di pezzi di bottiglia però tu, sorella, devi infilarti gli stivali! Guarda i miei, guarda come sono belli! Sotto questi stivali i vetri fanno crac crac". Erano degli stivali di plastica gialla. Li guardai per un po'.
"Non puoi mica stare a togliere dalla strada tutti i pezzi di vetro che ti capitano sotto i piedi!"
"No..."
"Non puoi mica stare a dire alla gente di ridarti i tuoi sogni"
"No..."
"Tu, sorella, sei fottutamente responsabile delle tue speranze".
"Si..."
"Tu, sorella, devi smetterla di strisciare i piedi come se non vedessi albe da un millennio!".
L'ho salutato. Stava venendo la sera.
Ho ripreso a camminare come la grandine, come il vento di gennaio. Stavo per sedermi quando ho visto una cattedra nella piazzola di sosta e dietro questa cattedra c'era la mia professoressa. Lei mi ha detto di trattenermi con lei perchè dovevo fare il compito di matematica a sorpresa. Mi sono seduta lentamente e ho preso il foglio. C'erano dei versi di D'Annunzio:
E piove su i nostri vólti silvani,
piove su le nostre mani ignude,
su i nostri vestimenti leggieri,
su i freschi pensieri che l'anima schiudeno vella,
su la favola bella che ieri m'illuse,
che oggi t'illude,
o Ermione.
Stava piovendo, il foglio si bagnò fino a scomparire. All'improvviso ho sentito, dietro di me, l'abbaiare di un cane. Mi aveva ritrovata.
Al ritorno non ho visto niente. Solo il buio, qualche volta, inchiodato dai fari sfuggenti delle auto.

11 commenti:

Itsas ha detto...

"benissimo, è un incubo riuscito,
ma dimmi sogni spesso le cose che hai scritto,
oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi"

FDG

:-))))))

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

non capisco... :)

Itsas ha detto...

No
è una citazione da una canzone di Francesco De Gregori (Cercando un altro Egitto)che parla appunto di un sogno raccontato ad un amico
leggere il tuo post su una serie di situazioni che io ho interpretato come un sogno me l'ha fatta venire in mente.
Probabilmente la tua età o i tuoi gusti musicali non ti hanno permesso di riconoscerla

p.s. è una cattiveria da prof... non ci fare caso.

Il pezzo è bello, come al solito, mi sorprende solo la tua vena realizzativa.

Itsas ha detto...

quando hai tempo leggiti il testo di "cercando un altro egitto"

http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_francesco_de_gregori_125/testo_canzone_cercando_un_altro_egitto_7149.html

poi dimmi se non c'è qualche affinità...

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

tu mi devi scusare e consolati nel sapere che mi sono autopunita per non averla riconosciuta! Devi sapere che io non sono la fun di nessuno, ma per De Gregori ci faccio un pensierino! Quella canzone la conosco, ma a quanto pare, non così bene da riconoscerla se qualche prof me la scrive sulla bacheca commenti! Scusa Francesco, scusa prof.!

:)))

Stefania248 ha detto...

Complimenti, un racconto davvero bello. Ogni volta che ti leggo mi immedesimo, mi sembra di essere lì.
Brava.
:)

Mangi peperonata? :D

Alfa ha detto...

Hai questa capacità d'inventare racconti onirici in cui affiorano e s'intersecano simboli, desideri, riferimenti alla quotidianità.

è una delle cose che mi piacciono di come scrivi.

Zio Scriba ha detto...

Un commentino semplice per un pezzo semplicemente splendido. (E siccome conosci il grafomane che sono sai che non lo dico per pigrizia...) :D

Baol ha detto...

La postura del disilluso è quella camminata sghemba che fa venire il mal di schiena?

Anselmo ha detto...

È un piccolo capolavoro anche questo.. non so, riesci a metterci delle immagini, delle parole, dei simboli, che se uno è bravo ad ascoltare nell'insieme spiazzano quasi. Continua così, leggerti è sempre bello!
Ciao!

Adriano Maini ha detto...

I pensieri, i riferimenti, i dubbi, le passioni salienti, le immagini, le trasfigurazioni in poetica del tuo orizzonte culturale sono amalgamati in un racconto di vibrante intensità..