18/07/10

Sul cambiamento

di Cristina Taliento
Cercare il nuovo, nomadi prima ancora di uomini. Questa è la mia la verità perché la vedo negli occhi e nei discorsi di chi incontro e la ritrovo in televisione, in un oggetto, in un ideale, nella voglia di fuggire e non tornare. Questi cambiamenti violenti ti scoppiano nelle mani e tutto può sembrarti diverso in un attimo, la tua vita come non l'avevi mai considerata. E non sono né l'impazienza né la noia che li scatenano, ma dormono già dentro di noi da troppo tempo e quando si svegliano fanno rumore. E non importa se cambiare vuol dire partire o dimenticare se stessi; il cambiamento è un treno che taglia la notte e tu puoi lasciare che passi per sempre, ma non puoi permettere che il rimpianto di non averlo preso si dissolva tra le polveri dei pensieri. Non puoi fingere di non sentire che qualcosa dentro di te non sarà più la stessa. Sarebbe come affermare di non aver vissuto fino a quel momento perché come ogni fiume ha una sorgente così ogni brusco passaggio ha una sua ragione. Oppure il cambiamento può essere così costante che non te ne accorgi nemmeno. Le giornate si allungano lentamente e lo fanno pochi secondi ogni giorno e non senti la differenza fino a quando non cambia tutto. Allora accade che in un giorno di fine marzo aspetti che il sole tramonti presto, come tutte le altre volte che fuori pioveva, ma, nonostante l'ora, quel sole è ancora lì, tra le antenne delle case e tu rimani a fissarlo e ti chiedi cosa sia successo. E non ti domandi se la tua vita adesso è meglio o peggio, se spererai ancora che, alla fine di una canzone, ne riparta una nuova dalle note tristi. L'unico pensiero è che hai il tuo pomeriggio di sole. Il cambiamento che hai atteso per tutti gli inverni precedenti adesso ti illumina quella lacrima che scende lenta e quasi non ti spieghi perché all'improvviso sia diventato così difficile respirare.

4 commenti:

Drugo ha detto...

Grazie per la visita e complimenti per il tuo blog: scrivi davvero bene!

Tyler Durden ha detto...

alla fine mi sa che è più semplice farsi trascinare dal cambiamento, dagli eventi che si susseguono anzichè resistere immobili a loro.
Sto rivalutando l'estetica dell'immobilismo.

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

ciò ch'è immobile può essere perfetto, ma è nel flusso continuo che c'è la vita

Alfa ha detto...

Bello. Mi piace molto come scrivi.

PS
Se dovessi individuare un elemento che ti caratterizza direi FUOCO. Il fuoco della passione per la scrittura che ti divora e ti alimenta.