27/03/09

Anelli di fumo

Ci sono delle volte in cui lo sguardo si focalizza su un punto e non lo molli mai, perchè quel punto è l'àncora dei tuoi pensieri, del turbine che gira gira gira e non si ferma. Leggi una frase scritta migliaia di lune prima della tua e ti rendi conto che lì c'è tutto quello che stai cercando... e poi ti viene da guardare il cielo e gridare in piazza "Grazie Dio" e lo faresti davvero, anche se fino ad ora avevi paura a guardare la gente negli occhi. Davanti a te tutto si muove, le macchine sfrecciano sulla strada e spezzano l'andare frenetico delle persone che, con in mano le loro ventiquattrore, corrono verso il loro destino. Ma tu sei lì che vedi e non vedi, perchè la percezione dello spazio non è più quella di prima, senti il cuore che continua a battere mentre tu non fingi di esserci.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il Piccolo Principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il Piccolo Principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il Piccolo Principe per ricordarselo.

19/03/09

Fiabe



Un' improvvisa nostalgia dell'infanzia mi coglie proprio mentre mi infilo il pigiama. Sono le 10 e mezzo di sera e ho un sonno pazzesco, ma la nostalgia, dopo aver combattuto con la stanchezza, vince e ora mi trascina verso la libreria di mio padre neanche mi avesse preso per mano. Cerco con lo sguardo il libro con la copertina giallo canarino... non lo vedo. I piedi nudi iniziano a contorcersi per il freddo del pavimento; poi, tra La Lettera Scarlatta e Moby Dick, miro il bersaglio e mi sussurro: "trovato". Lo prendo e mi fiondo sotto le coperte, me lo giro tra le mani come un tesoro che a lungo è rimasto chiuso in qualche cassaforte e ora lo posso ammirare dopo secoli. La copertina scricchiola e metri di scotch avvolgono le pagine mezze strappate, leggo il titolo: Le fiabe dei fratelli Grimm. "Caspita, non pensavo che fosse così malridotto, da bambine eravamo due furie". Così mi metto a leggere una fiaba... poi un'altra ancora. La sveglia segna le 11:00 e il sonno aspetta dietro il ring per dare il cambio alla veglia, ma dovrà attendere ancora un po'. L'ultima fiaba come le precedeni finisce con quel soddisfacente "... e vissero felici e contenti", rimango a guardarla e la rileggo senza concentrazione. Il mio sguardo sale e sale, esce dalla pagina e si ferma nel vuoto. Penso. La mia testa è ovattata. Perchè le fiabe finiscono con "tutti felici e contenti" se sono lo specchio della società? Perchè tutto deve finire bene se, il più delle volte, questo è solo un'eccezione? Rimango a pensare alla mia storia, poi spengo la luce, mi rannicchio sul fianco destro e mi sforzo di liberare la mente.

Vento del Nord

L'unico rumore che si sente in strada è il fruscio delle foglie che un po' rotolano in circolo, poi si stancano di quella danza e prendono a volare verso le nuvole. Il vento decide il tempo su cui devono muoversi, lo stesso vento che scompiglia i capelli delle persone facendo apparire tutti con quell'aria così vivace, come se nei capellli non ci passasse solo del vento, ma qualcosa di più forte. Quello è il Vento del Nord, il gelido Vento che spira dai mari di ghiaccio, che attraversa l'Europa fino a schiaffeggiare le coste del Sud. Io starei ore a farmi screpolare la pelle da quel vento di porti lontani, ma le rondini sono in agguato e la loro bella primavera è pronta a cambiare il turno di guardia con l'inverno. I giorni passano in fretta anche quando vorrei che andassero ancora più veloce... il tempo corre e io corro con lui, non contro di lui. Lascio che a guidarmi sia lo stesso ritmo che spinge gli uccelli a migrare, le stagioni ad alternarsi e le foglie a cadere. Per molti versi è meglio andare avanti così; tuffarsi nella quotidianità e lasciare che una parte di noi, quella che custodisce pensieri e sogni, resti abbandonata sul sedile della giostra del tempo in una giornata di vento che spira da nord.